giovedì 28 dicembre 2017

ALZIAMO LA BANDIERA DEL SOCIALISMO PER RESTITUIRE POTERE AL POPOLO



CONVERSAZIONE CON FABIO CANNIZZARO, MEMBRO DELL'ESECUTIVO NAZIONALE E COORDINATORE REGIONALE SICILIANO DI RISORGIMENTO SOCIALISTA.


PALERMO - Alle prossime elezioni per il rinnovo dei due rami del Parlamento gli elettori troveranno  "Potere  al Popolo". Un'aggregazione politica che ambisce a rappresentare una novità  a sinistra. Noi de "Il Socialista Siciliano" ne parliamo, in questo scorcio di fine anno, con una nostra vecchia conoscenza, Fabio Cannizzaro, coordinatore  regionale e membro dell'esecutivo nazionale di Risorgimento Socialista.

***

D - Fabio, strana "collocazione" la vostra. Cosa ci dici?

R - Strana, dici? Sinceramente credo che sia la più  coerente al nostro essere socialisti  di sinistra. È  forse più  coerente per dei socialisti marciare alla coda di PD e LeU? Non credo! Noi con i nostri valori, idee e principi seguiamo l'insegnamento di Pietro Nenni e stiamo dalla parte di chi ha meno, da quella dei lavoratori. Per questo, sin dall'inizio, abbiamo partecipato e partecipiamo a "Potere al Popolo".

D - Vi collocate nell'area della sinistra radicale?

R - Noi ci collochiamo a sinistra. Nel Paese di "radicali" ci sono solo i bisogni inevasi, le necessità  sociali disattese.
Noi, con orgoglio, invece, rivendichiamo, da socialisti, di stare a sinistra senza se e senza ma. Volontariamente lontani da fallimentari quanto fantasiose ipotesi di futuri centrosinistra. Un orizzonte che è poi lo stesso fallimentare dei governi Renzi, Gentiloni e delle loro maggioranze politiche e parlamentari che tanti danni hanno fatto nel Paese.

D - Perché, a tuo avviso, un elettore dovrebbe scegliere e votare "Potere al Popolo".

R - Presto detto. Al netto di simpatie, pregiudizi, generalizzazioni "Potere al Popolo"rappresenta una vera novità,  forse l'unica, di questa prossima tornata elettorale.
Tanto, per troppo tempo, a sinistra,  si è discusso, senza reali conseguenze, sulla necessità di una riorganizzazione  a sinistra.
Finalmente, adesso, grazie anche allo slancio iniziale dei compagni, delle compagne di "Je so' Pazzo", collettivi,  associazioni, movimenti, sindacati, piattaforme, partiti sono tornati prima a parlarsi e poi a lavorare insieme.
Novità  nella novità è  anche l'incontro, tutt'altro che casuale, tra il meglio degli eredi militanti delle due grandi tradizioni del Movimento Operaio di questo Paese: socialisti e comunisti.
Un rivedersi, un ripararsi, un ritrovarsi che aveva avuto già  un primo avvio in occasione delle ultime, recenti elezioni regionali siciliane e che ora si rafforza, amplia e fortifica.

D - Socialisti e comunisti insieme, condizioni pre 1921?

R - Sono paragoni fantasiosi che si prestano solo a voli pindarici di poco costrutto. Il passato è  passato. I 97 anni, che a breve, ci separeranno dallo "strappo" di Livorno, riguardano un'epoca e condizioni politiche irripetibili. Non chiediamo e non offriamo abiura di sorta. Oggi, invece, serve un'unità d'azione a sinistra, tra noi, reale, concreta, politicamente fraterna, a partire dalla lotta alle subalternità,  alle sudditanze, alle prepotenze, per un reale contrasto della povertà,  del bisogno, della disoccupazione, dello strapotere dell'egoismo capitalista. Per dire insieme, forte No alla guerra, alle neo-militarizzazioni, alla mafia, al degrado etico e civile.

R - Molti affermano, però,  che non raggiungerete il quorum minimo per entrare in Parlamento. Cosa rispondi loro?

D - È  questo un vecchio vezzo della "politica politicata". Si prova ad accreditare, una indimostrata poiché  indimostrabile, inutilità  di un voto alternativo. Spiace che, al momento, ad usare questi argomenti vetero destrorsi siano soggetti che fanno capo al cosiddetto centrosinistra.
Forse dipende dal fatto che si sentono minacciati da "Potere al Popolo" che rende superato il loro solito tentativo di quadrare il cerchio.

D - Cosa ti aspetti, in concreto, da queste elezioni?

R - Un buon risultato e poi l'avvio di un percorso  comune libero da tatticismi, furbizie,  personalismi e leaderismi. Abbiamo l'occasione di determinare una novità  da sinistra,  figlia di una reale discontinuità nelle prassi politiche. Noi socialisti  di sinistra ci siamo e ci saremo a sostenere, anche oltre il momento elettorale, questo processo.
Una proiezione questa che guarda al futuro, pronta a confrontarsi con altre esperienze di sinistra europee ed internazionali. Dobbiamo, possiamo insieme essere capaci di affrontare temi spinosi ma indifferibili come quelli  del recupero, da sinistra, della sovranità  economica e quindi politica secondo la nostra "ratio" costituzionale.

D - Temi da poco...

R - Sono nodi strutturali su cui noi socialisti  di sinistra di R.S. riflettiamo da tempo. Dovresti ricordare, Liborio, ad esempio, che noi aderiamo convintamente, e per nulla pedissequamente, alla Piattaforma  di EUROSTOP, in coerenza con il nostro condividere elaborazioni socialiste di sinistra come quelle di Lafontaine, Corbyn, Tapias, Martinez ecc...

D - In conclusione, avete avviato un percorso...

R - Sì,  i  socialisti di sinistra di Risorgimento Socialista sono tornati ad esprimere, in continuità  ideale, una presenza politica organizzata che ha avuto nella storia di questo Paese precedenti importanti ed illustri con ricadute evidenti sulla democrazia e la sua declinazione in tutto il Paese . Oggi possiamo dire : NOI CI SIAMO E STIAMO A SINISTRA!

LIBORIO SCIACCA

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