martedì 20 giugno 2017

PER L’ALTERNATIVA, PER UNA SICILIA EQUA, PER UNA PROPOSTA SICILIANA A SINISTRA!



Come socialisti di sinistra e convinti federalisti avvertiamo la necessità di recuperare rappresentanza politica alla sinistra isolana. E’ tempo di esprimere  socialmente ed istituzionalmente una reale alternativa, di scelte e metodi, rispetto ai modelli vigenti di governo dell’Isola.
Il fallimento evidente, conclamato dell’attuale esperienza di governo regionale dimostra, di fatto, l’incapacità del PD siciliano, che di questa è stato sostenitore e paladino, a pensare e soprattutto realizzare modelli alternativi rispetto alle usuali logiche di potere. Noi vogliamo, invece, offrire alle siciliane, ai siciliani, una Alternativa nella società come anche nel Parlamento siciliano.
Nel fare questo, come socialista di sinistra, avverto la necessità di dire che questo processo deve passare anche per una comune, condivisa autocritica rispetto agli errori compiuti dalla sinistra siciliana tutta.
Voltare pagina, superare divisioni, dissidi e non per un generico amore di bottega ma perché dobbiamo avere coscienza che la sinistra, in toto, va ripensata, riarticolata.
Le vecchie nostre divisioni, lecite, lasciano il tempo che trovano se rapportate ai reali, processi politici, economici e sociali che rischiano di schiacciare e umiliare i lavoratori, la gente che noi ambiamo a rappresentare.
Dobbiamo restituirci e restituire all’iniziativa di sinistra un solido collegamento con la realtà, con i bisogni del nostro elettorato tradizionale.
 Tutto ciò in Sicilia significa avere un progetto per l’Isola e ben comprendere quali possono essere le “leve” per realizzarlo.
In tal chiave ritengo che lo strumento possa essere, in continuità con la migliore tradizione della nostra gauche, il rilancio dello strumento autonomistico non come strumento di privilegio ma come occasione di sviluppo sociale e di soddisfacimento dei bisogni e diritti di tutti i siciliani.
 In tal chiave la nostra iniziativa deve esser volta non solo o non tanto a difendere, tout court, lo strumento statutario ma attraverso esso a risolvere, l’annosa , inaffrontata Questione Siciliana.
Dobbiamo avere la capacità politica e la dirittura etica di affrontare organicamente le ragioni profonde, variegate del non sviluppo dell’Isola.
E’ troppo facile attribuire il malo sviluppo solo alla mafia, ad un generico squilibrio interno o peggio a una sorta di antropologica incapacità dei siciliani a gestirsi. Non è così!
Le cause sono antiche, strutturali e strutturate ed essendo legate al peculiare divenire della nostra realtà richiedono soluzioni vocate che non ci separino o escludano dalla realtà del nostro tempo ma che finalmente incidano sul nostro GAP sociale.
Detto ciò è evidente che noi guardiamo ad una Sicilia altra, alternativa, antimafiosa, solidale, centro del Mediterraneo e centrale per un processo di pacificazione dell’intera area.
Noi guardiamo ad una Sicilia dove il lavoro e la tutela dei diritti dei lavoratori siano al centro dell’iniziativa politica.
Noi pensiamo ad una Isola sempre meno isolata che sappia però fare tesoro delle sue energie e tradizioni. Ecco per cosa io come coordinatore regionale di Risorgimento Socialista sono impegnato, ecco perché noi siamo impegnati a favorire, senza risparmiarci, un’alleanza unitaria a sinistra  sociale prima elettorale poi, che porti l’Alternativa, nei modi sopraindicati, al governo della Sicilia.

Se così non fosse se prevalessero i rachitismi, le gelosie, gli abitudinarismi allora ci condanneremmo tutti all’inessenzialità sociale e politica e regaleremmo il futuro della Sicilia alle vecchie e  nuove destre (vedi PD), al consociativismo, al governo di quel blocco immarcescibile di potere che vuole riproporsi nuovamente al “di-governo “ della nostra Isola. Possiamo permetterlo?


Fabio Cannizzaro 

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