Propongo ai compagni e alle compagne la traduzione del
recente intervento di Gérard Filoche al Consiglio nazionale del PS francese del 7 febbraio 2015. Da tempo noi
compagni del socialismo autonomo e territoriale, oggi tra i fondatori della
Federazione per il Socialismo, ci
interroghiamo ed insistiamo per fare comprendere ad un uditorio sempre più
ampio ed articolato che il cambiamento, il contrasto al neoliberismo, al
capitalismo speculativo e finanziario non può venire dalle cripto osservanze
post comuniste, italiane, europee e mondiali ma più e meglio, concretamente, da
quelle posizioni di sinistra socialista che oggi in Italia, in Europa e anche
nel Mondo stanno elaborando e mobilitandosi per cambiare concretamente le cose.
Una forza come Syriza in Grecia è l’esempio di questo cambiamento
ma non vanno dimenticate né sottovalutate le energie interne ai Partiti
socialisti penso ai catalani di Esquerra Socialista de Catalunya sinistra interna
del del PSC o ancora la sinistra socialista del PSOE di Izquierda Socialista o
i compagni delle sinistre laburiste inglesi sino a giungere alle correnti di sinistra del
partito socialista francese come quella di "Démocratie & Socialisme” di cui leader è appunto il compagno Gérard
Filoche , di cui vi offriamo, una tradizione, fedele anche se non letterale,
del suo ultimo intervento al Consiglio nazionale del PS. Prima però vi offriamo
una traduzione dal francese della sua biografia politica in modo da poter
meglio contestualizzare l’uomo e la sua elaborazione.
Buona Lettura!
Socialismo Sempre!
Fabio Cannizzaro
***
chi è GéRARD Filoche ?
Propongo ai
compagni e alle compagne una sintesi del recente intervento di Gérard Filoche al recente consiglio nazionale del PS
francese del 7 febbraio 2015.
Il compagno Filoche , si forma nell’ unione degli studenti
comunisti e del Partito comunista francese da cui è espulso nel 1966.
Anima il
Comitato pro Vietnam di Rouen, è uno dei fondatori della Gioventù comunista rivoluzionaria (di
tendenza trotskista) e partecipa al maggio ’68. Leader degli studenti di Rouen. Partecipa alla fondazione
della Ligue communiste, poi della Ligue communiste révolutionnaire (LCR), di
cui sarà dirigente e membro dell’ufficio politico per circa 25 anni.
In seno al
movimento assume una chiara connotazione, nel giugno del 1974 sostiene una tendenza,
che raccoglierà il 20% in seno alla Ligue, nota come “ T1 ”. La sua analisi è
originale, privilegia e difende il “lavoro di massa”, auspica un “fronte unico”,
un governo di sinistra tra PS e PC e auspica in campo sindacale un "sindacalismo
unitario", sostiene i sindacati studenteschi, quelli dei soldati si oppone in seno alla Ligue alla maggioranza
rappresentata da Alain Krivine, Daniele
Bensaïd e Henri Weber. Dirigerà anche il quotidiano “Rouge” della LCR che poi
verrà chiuso.
È membro della Segreteria unificata della Quarta
internazionale del 1979 a 1994. Divenendo nei congressi mondiali della
internazionale trotskista un punto di riferimento.
Negli anni ’80 anima la “minoranza unitaria” della LCR prima
di creare " Vent d'Est” poi "Démocratie & Socialisme”. Quando crolla
il muro di Berlino e la Ligue communiste révolutionnaire si rifiuta di votare a sinistra nello
scrutinio del 1993, la tendenza che anima e rappresenta, dopo un’attenta
riflessione collettiva, decide di uscire dalla LCR e di entrare nel PS
francese.
Qui, com’è logico che sia, milita nella sinistra del partito
socialista, poi nel 1994 organizza con "
Démocratie & Socialisme” (D&S) e insieme a sindacalisti di vaglia quali
tra gli altri Raymond Vacheron, Eric Thouzeau, René Defroment, Jean Yves
Lalanne, Jean-Claude Branchereau la campagna “per le 35 ore senza perdita di
stipendio“.
Nel PS diviene da subito membro del Consiglio Nazionale ed è impegnato in ogni dove a sostenere l’unità
a sinistra.
Dal 2000 al 2005, è
membro dell'ufficio nazionale del Partito socialista.
D&S si fonde nel 1995 con la Sinistra socialista; Nell’estate
del 2002 però si verifica una scissione dovuta anche all’antagonismo tra Mélenchon-Dray
benché Filoche faccia di tutto per impedirla. Poi partecipa attivamente alla
fondazione sempre nel 2002 della
corrente “Nouveau Parti socialiste” , mentre la corrente D&S cioè Democrazia
e Socialismo si divide tra quella di “Nuovo Partito socialista”di Vincent Peillon, Arnaud Montebourg e Benoît Hamon, e quella di “Nouveau Monde” di Henri Emmanuelli
e di Jean-Luc Mélenchon.
È redattore capo della rivista " Démocratie &
Socialisme” sin dal 1992.
Questa rivista, animata dai suoi sostenitori,, si pone come
passerella tra le differenti sensibilità della sinistra del Partito socialista.
Candidato in 45ª posizione, quindi di fatto non eleggibile, nella
lista del PS alle elezioni europee del 1999, è stato anche escluso delle elezioni municipali di Combs-la-Ville
nel 2001,. Fa il segretario di sezione
da cinque anni, dopo quattro voti ed ad una voce vicino, e non ha avuto dunque
mai un mandato elettivo.
E’ tra i leader della campagna per il "No" al
Trattato costituzionale europeo, contro la posizione ufficiale del Partito
socialista, mentre la corrente “NPS” che si è pronunziata per il
"No", però non anima né sostiene la campagna.
E’ impegnato attivamente per favorire l'avvicinamento delle correnti di sinistra del
Partito socialista, come appunto in occasione della grande assise al Mercato
coperto “Carpentier” di Parigi del 10
aprile 2004. In quell’occasione si riunì il 40% del PS (NPS, NM, FM, e D&S).
gira in lungo e in largo la Francia inun "trio socialista" con Marc Dolez e
Jacques Généreux. Si impegnano in 20 regioni, in 86 riunioni davanti a circa 36 000 persone dal
29 marzo 2005 al 29 maggio 2005, aiutando il " Non socialiste " a
guadagnare.
A causa di questo suo impegno pubblico viene spinto a
lasciare la corrente del “Nuovo Partito
socialista”, egli, allora, nel 2005
co-fonda la corrente “Alternative socialiste” con Henri Emmanuelli, Marc
Dolez e Jean-Pierre Masseret.
Si impegna per un’alleanza
negoziata tra “Alternative socialiste” e
NPS per il congresso di Mans, ma rifiuta la sintesi, come Marc Dolez.
I due fondono le loro sensibilità nella corrente “ Forces
militantes pour la démocratie et le socialisme”. Filoche riprende la sua “road
map” per la Francia macinando riunioni
su riunioni in occasione della
mobilitazione vittoriosa contro il CPE nella primavera 2006 e poi contro la "riforma” del Codice del
lavoro" dal 2007 al 1 maggio 2008.
Tuttavia, Marc Dolez decide di rompere unilateralmente
l'alleanza "FMD&S" dopo la designazione di Ségolène Royal come
candidata all'elezione presidenziale.
Filoche che aveva sostenuto la designazione di Laurent Fabius, sceglie di
condurre la campagna per Ségolène Royal per contrastare Sarkozy, ma Dolez si rifiuta di fare campagna per Ségolène Royal.
Nel giugno 2008, è il primo firmatario di uno dei 21 contributi
depositati in preparazione del Congresso di Reims del PS
Nel settembre 2008,
egli partecipa alla stesura della mozione di sinistra UMA con Emmanuelli,
Lienemann, Benoît e Hamon: " Un monde d'avance : reconstruire l'espoir à
gauche ". E’ tra gli animatori della campagna nazionale sviluppata dalla chiamata alla mobilitazione di ATTAC/Copernic/FSU/Solidaires/CGT per il
diritto alla pensione a 60 anni senza detrazione fiscale e per tutti durante
l'anno 2010.
E’ Tra i primi, sostiene l'idea della candidatura di Martine
Aubry all'elezione presidenziale di 2012.
Al Congresso di Tolosa, presenta il suo contributo " Redistribuer
les richesses d'abord " con la corrente “D&S”, (Jean-Jacques Chavigné,
della Somme, Gérard Berthiot, vice-président della Champagne-Ardenne, Eric
Thouzeau, conseiller régional della Loire Atlantique, Catherine Touchefeu, assessore a Nantes, Claude Touchefeu, assessore a Tolosa, Jean-Yves Lalanne, sindaco di Billère, Pierre Ruscassie...), poi, montano le
divergenze strategiche con la corrente “Un monde d'avance” di Benoît Hamon che si
rifiuta di presentare una mozione, è il numero 2 della mozione 3 la sinistra
" Maintenant la gauche : le social au cœur" con Emanuele Maurel. Viene
rieletto all'Ufficio nazionale del Partito
socialista il 15 novembre 2012.
Conduce campagna affinché il governo di sinistra rifiuta l'
"ANI-Medef" del 11 gennaio 2013, affinché amnistii i sindacalisti e perché
conduca più a sinistra la sua politica.
Nel 2014, critica la politica sociale del governo e si chiede
se si tratta veramente di una politica di un governo di sinistra.
***
intervento di GéRARD Filoche
al
consiglio nazionale del psf
del 7 gennaio 2015.
Sì, il titolo del contributo che vi presento, esplicita che
bisogna "ridistribuire le ricchezze" per fare una politica di
sinistra, per "salvare" la sinistra ed il partito socialista. Queste
ricchezze esistono, la Francia non è stata mai tanto ricca; non bisogna indugiare
a ridistribuirle perché ridistribuirle, è Il mezzo per uscire dalla crisi!
Tutto qui!
Il contributo è stato depositato con 1200 firme giunte da 90 diversi
dipartimenti ieri sera; questi militanti sono desiderosi di partecipare a
questo dibattito congressuale tanto necessario al nostro partito.
Il tempo dei contributi, è la democrazia, che permette di
leggersi ed ascoltarsi, e noi è naturalmente in accordo con ciò che ha detto
qui, Emmanuel Maurel, ma anche Fréderic Lutaud, ma anche Christian Paul di “Vive
la gauche”, ma anche, in parte, Jean-Marc Germain.
Ci sembra che bisogna confrontarsi, stabilire delle scalette,
fare un grande accordo, per una piattaforma di fondo che permetta di
determinare una nuova maggioranza del nostro partito che permetta di fiorire ad
un nuovo orientamento della politica del governo.
Perché ri-orientare il governo è drammaticamente urgente; se
no andiamo alla sconfitta, se il quinquennio di governo socialista non sarà
riuscito, allora varrà neppure la pena
di parlare del 2017, la battaglia sarà persa
in partenza.
Se non vogliamo che il nostro Partito sia scartato, snobbato
dai nostri elettori, con la loro
astensione, se vogliamo non conoscere la triste sorte del Pasok, dobbiamo
essere, farci piuttosto Syriza.
Amiamo e difendiamo il grande Partito socialista, la sua
grande storia, da un secolo, la storia che va da Jean Jaurès ai nostri giorni,
il grande partito della sinistra, di chi lavora, il suo pluralismo, il partito
dei lavoratori che producono le ricchezze, non siamo "superati", non
siamo "una stella morta", non dobbiamo cambiare nome; non siamo il partito delle 40 ore,
delle 39 ore, delle 35ore , il partito
dello smic, degli stipendi, dei CE, dei DP, dei sindacati, dei CHSCT… sì dei CHSCT che
sono la più grande, bella ed avanzata conquista per la salute, il partito della
sicurezza dei lavoratori da 30 anni, della legge Auroux, ahimè, egli ne non esiste che 22 000
su 1,2 milione di imprese, non domanda di sopprimerli ma al contrario, bisogna
rinforzarli… difendiamo il partito della Repubblica parlamentare, sociale, dei
diritti democratici, della riforma fiscale, della ricostruzione del codice del
lavoro, un codice che non è né troppo "grosso" né
"repulsivo"…
Amiamo e difendiamo il grande Partito socialista, la sua
grande storia, da un secolo, la storia che va da Jean Jaurès ai nostri giorni,
il grande partito della sinistra, di chi lavora, il suo pluralismo, il partito
dei lavoratori che producono le ricchezze, non siamo "superati", non
siamo "una stella morta", non dobbiamo cambiare nome; non siamo il partito delle 40 ore,
delle 39 ore, delle 35ore , il partito
dello smic, degli stipendi, dei CE, dei DP, dei sindacati, dei CHSCT… sì dei CHSCT che
sono la più grande, bella ed avanzata conquista per la salute, il partito della
sicurezza dei lavoratori da 30 anni, della legge Auroux, ahimè, egli ne non esiste che 22 000
su 1,2 milione di imprese, non domanda di sopprimerli ma al contrario, bisogna
rinforzarli… difendiamo il partito della Repubblica parlamentare, sociale, dei
diritti democratici, della riforma fiscale, della ricostruzione del codice del
lavoro, un codice che non è né troppo "grosso" né
"repulsivo"…
Ciò che ci mette a disagio quando il Primo ministro va in
Cina ad invitare i dittatori cinesi a venire in Francia perché qui si
"licenzia facilmente", perché le 35 ore sono solo un "consiglio"… Perché il diritto alla
protezione contro il licenziamento è un diritto dell'uomo: l'articolo 4 della
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e del cittadino impone di
"definire innanzitutto le ipotesi in cui può avvenire la rottura di un contratto".
La Carta sociale europea, approvata con la legge del 10 marzo 1999, articolo 24
prevede "che in vista di assicurare l'esercizio effettivo del diritto alla
protezione in caso di licenziamento, le parti si avviano a riconoscere il
diritto dei lavoratori a non essere licenziati senza motivi validi legati alla
loro attitudine o condotta, o fondati su delle necessità di funzionamento
dell'impresa".
L'articolo 7 di questa convenzione prescrive: "il
salariato deve potere difendersi innanzitutto licenziamento pronunziato per i
motivi legati alla sua condotta o al suo lavoro". non abbiamo a dover
svendere i diritti dell'uomo e dei lavoratori davanti ai dittatori cinesi, non
è la grande tradizione socialista, ieri, né oggi.
Siamo a disagio quando il ministro dell'economia grida
"arricchitevi" e da Las Vegas, domanda ai "giovani di avere
voglia di essere miliardari" prima di proporre loro di prendere la corriera
quando non hanno abbastanza soldi per prendere il TGV… non è sicuramente
l'ideale dei socialisti per la gioventù.
Non si può essere onesto e miliardario. Non ci si può
burlarsi dei giovani È in questo genere di deserto degli ideali che nascono gli
scorpioni integralisti che hanno voluto uccidere Charlie.
Siamo a disagio quando lo stesso ministro propone di
facilitare ancora oltre i licenziamenti, il lavoro domenicale e notturno per le donne povere e precarie e degli studenti
bisognosi, di impedire ai salariati di difendersi davanti ai padroni, di essere
reintegrati ed indennizzati, ma tanto quando riducono le ispezioni sul lavoro,
quando si cancella la medicina del lavoro, quando si sopprime il diritto penale
del lavoro ed si rendono insicuri i rappresentanti dei lavoratori di fronte alla
attacco padronale, quando si bloccano
gli stipendi, si distribuiscono delle azioni gratuite, e si deregolamenta
tutto… E’ il momento quando si hanno 40
000 assunzioni in meno il mese scorso, 192 000 disoccupati in più nel 2014, 450
000 in più da maggio giugno 2012, di facilitare i licenziamenti? Questo non è
né economicamente ingegnoso, né appartiene alla tradizione del socialismo né tantomeno
al suo avvenire.
Deregolamentare, ci ha sempre insegnato l’esperienza , aumenta
la disoccupazione, e quindi aumenta la crisi: sono i paesi poveri che non hanno
regole, il diritto del lavoro, e quindi il diritto al lavoro… dobbiamo tenere
duro non cedere oltre all'UMP, a Pierre Gattaz che osa richiedere il
licenziamento senza motivo né ricorso, vale a dire la dittatura del datore di
lavoro, la fine dello stato di diritto nell'impresa. Come può gridarsi
"viva l'impresa" senza gridare "viva i lavoratori?"
Un'impresa non è niente senza i lavoratori, chee sono i nostri elettori!
Aumentiamo gli stipendi, riduciamo la durata del lavoro, è impossibile ridurre
la disoccupazione di massa, i 6 milioni di disoccupati attuali, senza ridurre
la durata del lavoro, protégggiamo le 35 ore e camminiamo verso le 32 ore perché siamo in pieno boom demografico: 850
000 nascite per anno dall'anno 2000, presto 400 000 giovani ogni anno verrà a
presentarsi sul mercato del lavoro, e sarà impossibile, impossibile di rispondere loro
senza abbassare drasticamente la durata
del lavoro, senza dividere il lavoro e le sue ricchezze.
Infine si è a disagio con questa pretesa "unità
nazionale" e questa curiosa invocazione dello " Spirito del 11 gennaio".
La Repubblica non è un feticcio astratto che può sbocciare nello stesso momento
in cui la disoccupazione aumenta e che si può utilizzare per aggredire il
diritto del lavoro come si prova a fare con il progetto di legge Macron. Ciò
non convince! Ciò è sbagliato! Come può volersi fare l'unità nazionale e con
chi? Non ha senso con M Arnaud e la Signora Bettencourt che possiedono in due più di quanto possiedono 20 milioni di
francesi messi insieme.
Né si può fare "l'unità nazionale" col capo
dell'UMP, Sarkozy che va a cercare denaro in Qatar e che pretende poi di ritornare
qui a combattere l'integralismo.
Né si può fare "l'unità nazionale" con Le Pen che
sostiene la troika affinché questa esige il pagamento integrale del debito
greco da Syriza.
L'unità nazionale non
ha senso, quando non si arriva neanche a fare "l'unità dei
socialisti" nel governo. Perché ricordiamolo, si ha un governo minoritario
che divide gli stessi socialisti. E quando non si arriva a fare l'unità dei
socialisti, non si riesce a federare la sinistra nel paese. Senza unità della
sinistra, niente è possibile. Non è col nostro nemico, il Medef, che bisogna
ricercare degli accordi, ma occorre fare sintesi con i Verdi il Fdg, con tutti i partiti di
sinistra.
Ed i grandi discorsi sulla Repubblica non hanno senso
duraturo se non c'è una reale politica sociale, se si danno 41 miliardi per
niente al Medef, e che sottrae 50
miliardi dai nostri bisogni sociali. Per uscire dalla crisi non occorre sostenere l’austerità, bisogna
invece investire, stimolare e creare lavoro. Ciò che può permettere di fare
arretrare il debito, non è spendere meno, ma semmai spendere più!
L'equilibrio di
bilancio verrà dal rilancio, non dall’ l'austerità distruttrice ed accaparratrice
della Signora Merkel. Il denaro c'è ed è tanto; attualmente bisogna volere andare
a cercarlo, combattendo le frodi e
pretendendo la "ottimizzazione" fiscale.
Denunciamo lo scandalo Juncker, Luxleaks. Durante gli ultimi 30 anni, era alla testa del Lussemburgo: 2400
miliardi di euro sono stati fatti deviare, in Lussemburgo operano 340
multinazionali e tra queste cui 58 imprese francesi. Yann Galut dice che ciò ci
ha sottratto come collettività 100 miliardi per anno. Dunque perché si va a
toccare la Sicurezza sociale? Perché si vanno
a toccare le collettività territoriali ?Perché si va a togliere del
denaro alle dotazioni dei comuni, dei dipartimenti, se si può andare a cercarlo
da questi imbroglioni che hanno rubato denaro e che lo hanno portato in
Lussemburgo? È il denaro della nostra Repubblica, se ne ha bisogno,
ricuperiamolo! Ci sono 80 miliardi di frode fiscale, ci sono 600 miliardi nei
paradisi fiscali. Le prime 500 famiglie francesi hanno 440 miliardi, 1 volta e mezzo il
bilancio dello stato.
Volete l’equilibrio di bilancio, volete fare piacere alla Merkel? So come arrivarci: assumiamo gli ispettori
delle tasse necessari, conduciamo accanitamente la lotta contro le frodi fiscali… Ma per ciò,
bisogna opporsi all'oligarchia. A quell’uno
per cento . Ai miliardari ladri. Come in Grecia. Come Syriza.
Occorre la volontà politica, noi siamo il 99%, occorre un
grande partito socialista coraggioso, una maggioranza coraggiosa capace di
attaccare la finanza, un governo capace di controllarla! Un'unità, un governo della
sinistra rosa, rossa e verde.
È possibile se, ci impegneremo, dare una nuova maggioranza al
nostro partito che vuole andare in
questo senso, tra il 21 maggio ed il 6 giugno, al congresso di Poitiers.
È solamente facendo così che si possono ridistribuire le ricchezze.
Rimobilitiamo la gente, riguadagnamo il consenso elettorale
perso. Ecco ciò che propone il contributo che ho appena illustrato e che vi
invito a leggere; e con altri, un dibattito, un accordo, una coesa nuova maggioranza
è a portata di mano. Se lo si vuole, tutti insieme.
Gérard Filoche