domenica 22 febbraio 2015

UNA SINISTRA GALATESE RIORGANIZZATA, FORTE, UNITA, PLURALE









ECCO COME PARTENDO DALLA RIFLESSIONE SULLA FIGURA E L’AZIONE DEL SOCIALISTA E UOMO DI SINISTRA SANDRO PERTINI SI E’ DISCUSSO DEL PRESENTE E DEL FUTURO PROSSIMO DELLA SINISTRA A GALATI MAMERTINO E NON SOLO...


Si è da poco concluso il ricordo di Sandro Pertini organizzato stamani, a Galati Mamertino, dal Circolo Socialista Nebroideo Indipendente “ Italo Carcione “.
A dispetto di una giornata di pioggia e freddo sono convenuti nei locali della locale, storica Società Liberale di Mutuo Soccorso di vico Innocenti coloro che nella società democratica e nella sinistra galatese non solo hanno a cuore la memoria di Sandro Pertini ma che sono anche interessati a sviluppare, in virtù anche del suo esempio,  un ragionamento sul presente e sul futuro della sinistra nel centro nebroideo.
Dopo una breve introduzione di saluto del prof. Alfonso Fratacci a nome del Circolo Socialista Nebroideo Indipendente “ Italo Carcione “  ha preso la parola per relazionare il prof. Fabio Cannizzaro che dopo aver letto un paio di messaggi di saluto ha ricordato il ruolo e la figura umana e politica di Sandro Pertini, esempio di socialista ed uomo di sinistra dai profondi, radicati convincimenti scevro da meri tatticismi ed amico della libertà e della giustizia sociale.
Il prof. Cannizzaro ha in più  poi ragionato dialetticamente  con gli intervenuti sullo stato, ad oggi,  della presenza della sinistra a Galati Mamertino.
Dal confronto,         aperto ed intergenerazionale,  è emersa , non più differibile, la necessità, anche a Galati Mamertino,  per tutti coloro che sono e si sentono di sinistra, di abbandonare vecchie “abitudini” e con esse  le vecchie superate “appartenenze ” e di ripensare tutti insieme una sinistra reale, plurale e concretamente presente ed impegnata, protagonista del futuro di Galati e della società galatese.
Solo così, fuori da mere logiche “reducistiche”, si potrà ottemperare alla migliore tradizione di sinistra che qui come altrove sui Nebrodi, nel tempo, si è ispirata a figure straordinarie come quelle di Francesco Lo Sardo e di Italo Carcione.
Il senso collettivo del ragionamento è stato che “ Nessuno, a sinistra, a Galati come altrove, può oggi seriamente pensare  di poter vivere di rendita né di posizionamenti attendisti.  E’ tempo di considerare a sinistra, di sinistra solo chi si schiera ed agisce secondo linee, prospettive e scelte di sinistra.”
La riunione, dunque,  di questa domenica di fine febbraio è stata pertanto l’occasione, dopo anni, per ripensare e in prospettiva riorganizzare la presenza di sinistra nel paese, distinguendo concretamente tra coloro che sono effettivamente impegnati e coloro che invece attendono verbosamente e quasi deterministicamente che altri facciano quanto necessario al rilancio della sinistra locale e non. E’ questo il reale, concreto spartiacque tra chi è di sinistra e chi non lo è più o più non lo vuole essere.
Il processo di riorganizzazione della sinistra  galatese , del resto,  si collega e si rapporta, com’era naturale che fosse, al più generale, complessivo processo di riorganizzazione e riaggregazione della sinistra che si sta sviluppando ovunque dalla Sicilia al resto d’Italia e che avrà un suo primo “step” il prossimo 29 marzo a Roma presso l'Auditorium della CGIL .
Tra gli intervenuti erano presenti Calogero Fabio in passato stimato esponente del PCI prima del PDS e dei  DS inoltre  già sindaco di Galati Mamertino e l’Avv. Mario Franchina, apprezzato professionista e già dirigente dello SDI.
Apprezzato è stato, inoltre,  l’intervento di Giacomo Miceli, storico militante della sinistra cittadina ed attuale presidente della Società Liberale di Mutuo Soccorso.

I lavori si sono conclusi con l’impegno comune,  a breve, di rincontrarsi e di dare vita ad un nuovo momento di confronto per pianificare le nuove, successive iniziative della riorganizzata Sinistra galatese.

L.S.

mercoledì 11 febbraio 2015

BREVE BIOGRAFIA POLITICA E A SEGUIRE INTERVENTO DI GÉRARD FILOCHE AL CONSIGLIO NAZIONALE DEL PSF DEL 7 GENNAIO 2015.



Propongo ai compagni e alle compagne la traduzione del recente intervento di Gérard Filoche al Consiglio nazionale del PS francese del 7 febbraio 2015. Da tempo noi compagni del socialismo autonomo e territoriale, oggi tra i fondatori della Federazione per il Socialismo,  ci interroghiamo ed insistiamo per fare comprendere ad un uditorio sempre più ampio ed articolato che il cambiamento, il contrasto al neoliberismo, al capitalismo speculativo e finanziario non può venire dalle cripto osservanze post comuniste, italiane, europee e mondiali ma più e meglio, concretamente, da quelle posizioni di sinistra socialista che oggi in Italia, in Europa e anche nel Mondo stanno elaborando e mobilitandosi per cambiare concretamente le cose.
Una forza come Syriza in Grecia è l’esempio di questo cambiamento ma non vanno dimenticate né sottovalutate le energie interne ai Partiti socialisti penso ai catalani di Esquerra Socialista de Catalunya sinistra interna del del PSC o ancora la sinistra socialista del PSOE di Izquierda Socialista o i compagni delle sinistre laburiste inglesi  sino a giungere alle correnti di sinistra del partito socialista francese come quella di "Démocratie & Socialisme”  di cui leader è appunto il compagno Gérard Filoche , di cui vi offriamo, una tradizione, fedele anche se non letterale, del suo ultimo intervento al Consiglio nazionale del PS. Prima però vi offriamo una traduzione dal francese della sua biografia politica in modo da poter meglio contestualizzare l’uomo e la sua elaborazione.

Buona Lettura!

Socialismo Sempre!

Fabio Cannizzaro
***

chi è  GéRARD Filoche ?

Propongo ai compagni e alle compagne una sintesi del recente intervento di Gérard Filoche  al recente consiglio nazionale del PS francese del 7 febbraio 2015.
Il compagno Filoche , si forma nell’ unione degli studenti comunisti e del Partito comunista francese da cui è espulso nel 1966. 
Anima il Comitato pro Vietnam di Rouen, è uno dei fondatori  della Gioventù comunista rivoluzionaria (di tendenza trotskista) e partecipa al maggio ’68. Leader degli  studenti di Rouen. Partecipa alla fondazione della Ligue communiste, poi della Ligue communiste révolutionnaire (LCR), di cui sarà dirigente e membro dell’ufficio politico per circa 25 anni. 
In seno al movimento assume una chiara connotazione, nel giugno del 1974 sostiene una tendenza, che raccoglierà il 20% in seno alla Ligue, nota come “ T1 ”. La sua analisi è originale, privilegia e difende il “lavoro di massa”, auspica un “fronte unico”, un governo di sinistra tra PS e PC e auspica in campo sindacale un "sindacalismo unitario", sostiene i sindacati studenteschi, quelli dei soldati  si oppone in seno alla Ligue alla maggioranza rappresentata da  Alain Krivine, Daniele Bensaïd e Henri Weber. Dirigerà anche il quotidiano “Rouge” della LCR che poi verrà chiuso.
È membro della Segreteria unificata della Quarta internazionale del 1979 a 1994. Divenendo nei congressi mondiali della internazionale trotskista un punto di riferimento.
Negli anni ’80 anima la “minoranza unitaria” della LCR prima di creare " Vent d'Est” poi "Démocratie & Socialisme”. Quando crolla il muro di Berlino e la Ligue communiste révolutionnaire  si rifiuta di votare a sinistra nello scrutinio del 1993, la tendenza che anima e rappresenta, dopo un’attenta riflessione collettiva, decide di uscire dalla LCR e di entrare nel PS francese.
Qui, com’è logico che sia, milita nella sinistra del partito socialista, poi nel 1994 organizza con  " Démocratie & Socialisme” (D&S) e insieme a sindacalisti di vaglia quali tra gli altri Raymond Vacheron, Eric Thouzeau, René Defroment, Jean Yves Lalanne, Jean-Claude Branchereau la campagna “per le 35 ore senza perdita di stipendio“. 
Nel PS diviene da subito membro del Consiglio Nazionale  ed è impegnato in ogni dove a sostenere l’unità a sinistra.
Dal 2000 al  2005, è membro dell'ufficio nazionale del Partito socialista.
D&S si fonde nel 1995 con la Sinistra socialista; Nell’estate del 2002 però si verifica una scissione dovuta anche all’antagonismo tra Mélenchon-Dray benché Filoche faccia di tutto per impedirla. Poi partecipa attivamente alla fondazione sempre  nel 2002 della corrente “Nouveau Parti socialiste” , mentre la corrente D&S cioè Democrazia e Socialismo si divide tra quella di “Nuovo Partito socialista”di  Vincent Peillon, Arnaud Montebourg e  Benoît Hamon, e  quella di “Nouveau Monde” di Henri Emmanuelli e di Jean-Luc Mélenchon.
 È redattore capo della rivista " Démocratie & Socialisme” sin dal 1992.
Questa rivista, animata dai suoi sostenitori,, si pone come passerella tra le differenti sensibilità della sinistra del Partito socialista.
Candidato in 45ª posizione, quindi di fatto non eleggibile, nella lista del PS alle elezioni europee del 1999, è stato anche  escluso delle elezioni municipali di Combs-la-Ville nel  2001,. Fa il segretario di sezione da cinque anni, dopo quattro voti ed ad una voce vicino, e non ha avuto dunque mai un mandato elettivo. 
 
E’ tra i leader della campagna per il "No" al Trattato costituzionale europeo, contro la posizione ufficiale del Partito socialista, mentre la corrente “NPS” che si è pronunziata per il "No", però non anima né sostiene la campagna.
E’ impegnato attivamente  per favorire  l'avvicinamento delle correnti di sinistra del Partito socialista, come appunto in occasione della grande assise al Mercato coperto “Carpentier” di  Parigi del 10 aprile 2004. In quell’occasione si riunì il 40% del PS (NPS, NM, FM, e D&S). gira in lungo e in largo la Francia inun  "trio socialista" con Marc Dolez e Jacques Généreux. Si impegnano in 20 regioni, in  86 riunioni davanti a circa 36 000 persone dal 29 marzo 2005 al 29 maggio 2005, aiutando il " Non socialiste " a guadagnare.
A causa di questo suo impegno pubblico viene spinto a lasciare la corrente del  “Nuovo Partito socialista”, egli, allora, nel 2005  co-fonda la corrente “Alternative socialiste” con Henri Emmanuelli, Marc Dolez e Jean-Pierre Masseret.
 Si impegna per un’alleanza negoziata tra “Alternative socialiste”  e NPS per il congresso di Mans, ma rifiuta la sintesi, come Marc Dolez.
I due fondono le loro sensibilità nella corrente “ Forces militantes pour la démocratie et le socialisme”. Filoche riprende la sua “road map” per la  Francia macinando riunioni su riunioni  in occasione della mobilitazione vittoriosa contro il CPE nella primavera 2006 e  poi contro la "riforma” del Codice del lavoro" dal 2007 al 1 maggio 2008. 
 Tuttavia, Marc Dolez decide di rompere unilateralmente l'alleanza "FMD&S" dopo la designazione di Ségolène Royal come candidata all'elezione presidenziale.
Filoche che aveva sostenuto  la designazione di Laurent Fabius, sceglie di condurre la campagna per Ségolène Royal per contrastare  Sarkozy, ma  Dolez si rifiuta di fare campagna  per Ségolène Royal. 
Nel giugno 2008, è il primo firmatario di uno dei 21 contributi depositati in preparazione del Congresso di Reims del PS
 Nel settembre 2008, egli partecipa alla stesura della mozione di sinistra UMA con Emmanuelli, Lienemann, Benoît e Hamon: " Un monde d'avance : reconstruire l'espoir à gauche ". E’ tra gli animatori della campagna nazionale sviluppata dalla  chiamata alla mobilitazione di  ATTAC/Copernic/FSU/Solidaires/CGT per il diritto alla pensione a 60 anni senza detrazione fiscale e per tutti durante l'anno 2010.
E’ Tra i primi, sostiene l'idea della candidatura di Martine Aubry all'elezione presidenziale di 2012. 
 Al Congresso di Tolosa, presenta il suo contributo " Redistribuer les richesses d'abord " con la corrente “D&S”, (Jean-Jacques Chavigné, della Somme, Gérard Berthiot, vice-président della Champagne-Ardenne, Eric Thouzeau, conseiller régional della Loire Atlantique, Catherine Touchefeu, assessore  a Nantes, Claude Touchefeu, assessore  a Tolosa, Jean-Yves Lalanne, sindaco di  Billère, Pierre Ruscassie...), poi, montano le divergenze strategiche con la corrente “Un monde d'avance” di Benoît Hamon che si rifiuta di presentare una mozione, è il numero 2 della mozione 3 la sinistra " Maintenant la gauche : le social au cœur" con Emanuele Maurel. Viene  rieletto all'Ufficio nazionale del Partito socialista il 15 novembre 2012. 
Conduce campagna affinché il governo di sinistra rifiuta l' "ANI-Medef" del 11 gennaio 2013, affinché amnistii i sindacalisti e perché conduca più a sinistra la sua politica. 
Nel 2014, critica la politica sociale del governo e si chiede se si tratta veramente di una politica di un governo di sinistra.

***

intervento di  GéRARD Filoche 
al consiglio nazionale del psf 
del 7 gennaio 2015.


Sì, il titolo del contributo che vi presento, esplicita che bisogna "ridistribuire le ricchezze" per fare una politica di sinistra, per "salvare" la sinistra ed il partito socialista. Queste ricchezze esistono, la Francia non è stata mai tanto ricca; non bisogna indugiare a ridistribuirle perché ridistribuirle, è Il mezzo per uscire dalla crisi! Tutto qui! 
 
Il contributo è stato depositato con 1200 firme giunte da 90 diversi dipartimenti ieri sera; questi militanti sono desiderosi di partecipare a questo dibattito congressuale tanto necessario al nostro partito. 
 
Il tempo dei contributi, è la democrazia, che permette di leggersi ed ascoltarsi, e noi è naturalmente in accordo con ciò che ha detto qui, Emmanuel Maurel, ma anche Fréderic Lutaud, ma anche Christian Paul di “Vive la gauche”, ma anche, in parte, Jean-Marc Germain. 
 
Ci sembra che bisogna confrontarsi, stabilire delle scalette, fare un grande accordo, per una piattaforma di fondo che permetta di determinare una nuova maggioranza del nostro partito che permetta di fiorire ad un nuovo orientamento della politica del governo. 
 
Perché ri-orientare il governo è drammaticamente urgente; se no andiamo alla sconfitta, se il quinquennio di governo socialista non sarà riuscito, allora varrà neppure  la pena di parlare del 2017, la battaglia sarà  persa in partenza. 
 
Se non vogliamo che il nostro Partito sia scartato, snobbato dai nostri elettori, con  la loro astensione, se vogliamo non conoscere la triste sorte del Pasok, dobbiamo essere, farci  piuttosto Syriza. 
 
Amiamo e difendiamo il grande Partito socialista, la sua grande storia, da un secolo, la storia che va da Jean Jaurès ai nostri giorni, il grande partito della sinistra, di chi lavora, il suo pluralismo, il partito dei lavoratori che producono le ricchezze, non siamo "superati", non siamo "una stella morta", non dobbiamo  cambiare nome; non siamo il partito delle 40 ore, delle 39 ore, delle  35ore , il partito dello smic, degli stipendi, dei CE, dei DP,  dei sindacati, dei CHSCT… sì dei CHSCT che sono la più grande, bella ed avanzata conquista per la salute, il partito della sicurezza dei lavoratori da 30 anni, della legge  Auroux, ahimè, egli ne non esiste che 22 000 su 1,2 milione di imprese, non domanda di sopprimerli ma al contrario, bisogna rinforzarli… difendiamo il partito della Repubblica parlamentare, sociale, dei diritti democratici, della riforma fiscale, della ricostruzione del codice del lavoro, un codice che non è né troppo "grosso" né "repulsivo"… 
 
Amiamo e difendiamo il grande Partito socialista, la sua grande storia, da un secolo, la storia che va da Jean Jaurès ai nostri giorni, il grande partito della sinistra, di chi lavora, il suo pluralismo, il partito dei lavoratori che producono le ricchezze, non siamo "superati", non siamo "una stella morta", non dobbiamo  cambiare nome; non siamo il partito delle 40 ore, delle 39 ore, delle  35ore , il partito dello smic, degli stipendi, dei CE, dei DP,  dei sindacati, dei CHSCT… sì dei CHSCT che sono la più grande, bella ed avanzata conquista per la salute, il partito della sicurezza dei lavoratori da 30 anni, della legge  Auroux, ahimè, egli ne non esiste che 22 000 su 1,2 milione di imprese, non domanda di sopprimerli ma al contrario, bisogna rinforzarli… difendiamo il partito della Repubblica parlamentare, sociale, dei diritti democratici, della riforma fiscale, della ricostruzione del codice del lavoro, un codice che non è né troppo "grosso" né "repulsivo"… 
 
Ciò che ci mette a disagio quando il Primo ministro va in Cina ad invitare i dittatori cinesi a venire in Francia perché qui si "licenzia facilmente", perché le 35 ore sono solo un  "consiglio"… Perché il diritto alla protezione contro il licenziamento è un diritto dell'uomo: l'articolo 4 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e del cittadino impone di "definire innanzitutto le ipotesi in cui può avvenire la rottura di un contratto". La Carta sociale europea, approvata con  la legge del 10 marzo 1999, articolo 24 prevede "che in vista di assicurare l'esercizio effettivo del diritto alla protezione in caso di licenziamento, le parti si avviano a riconoscere il diritto dei lavoratori a non essere licenziati senza motivi validi legati alla loro attitudine o condotta, o fondati su delle necessità di funzionamento dell'impresa".
L'articolo 7 di questa convenzione prescrive: "il salariato deve potere difendersi innanzitutto licenziamento pronunziato per i motivi legati alla sua condotta o al suo lavoro". non abbiamo a dover svendere i diritti dell'uomo e dei lavoratori davanti ai dittatori cinesi, non è la grande tradizione socialista, ieri, né oggi. 
 
Siamo a disagio quando il ministro dell'economia grida "arricchitevi" e da Las Vegas, domanda ai "giovani di avere voglia di essere miliardari" prima di proporre loro di prendere la corriera quando non hanno abbastanza soldi per prendere il TGV… non è sicuramente l'ideale dei socialisti per la gioventù.
Non si può essere onesto e miliardario. Non ci si può burlarsi dei giovani È in questo genere di deserto degli ideali che nascono gli scorpioni integralisti che hanno voluto uccidere Charlie. 

Siamo a disagio quando lo stesso ministro propone di facilitare ancora oltre i licenziamenti, il lavoro domenicale  e notturno  per le donne povere e precarie e degli studenti bisognosi, di impedire ai salariati di difendersi davanti ai padroni, di essere reintegrati ed indennizzati, ma tanto quando riducono le ispezioni sul lavoro, quando si cancella la medicina del lavoro, quando si sopprime il diritto penale del lavoro ed si rendono insicuri i rappresentanti dei lavoratori di fronte alla attacco padronale, quando si  bloccano gli stipendi, si distribuiscono delle azioni gratuite, e si deregolamenta tutto… E’ il momento quando si hanno  40 000 assunzioni in meno il mese scorso, 192 000 disoccupati in più nel 2014, 450 000 in più da maggio giugno 2012, di facilitare i licenziamenti? Questo non è né economicamente ingegnoso, né appartiene alla tradizione del socialismo né tantomeno al suo avvenire. 
Deregolamentare, ci ha sempre insegnato l’esperienza , aumenta la disoccupazione, e quindi aumenta la crisi: sono i paesi poveri che non hanno regole, il diritto del lavoro, e quindi il diritto al lavoro… dobbiamo tenere duro non cedere oltre all'UMP, a Pierre Gattaz che osa richiedere il licenziamento senza motivo né ricorso, vale a dire la dittatura del datore di lavoro, la fine dello stato di diritto nell'impresa. Come può gridarsi "viva l'impresa" senza gridare "viva i lavoratori?" Un'impresa non è niente senza i lavoratori, chee sono i nostri elettori! Aumentiamo gli stipendi, riduciamo la durata del lavoro, è impossibile ridurre la disoccupazione di massa, i 6 milioni di disoccupati attuali, senza ridurre la durata del lavoro, protégggiamo le 35 ore e camminiamo verso le 32 ore  perché siamo in pieno boom demografico: 850 000 nascite per anno dall'anno 2000, presto 400 000 giovani ogni anno verrà a presentarsi sul mercato del lavoro, e  sarà impossibile, impossibile di rispondere loro senza abbassare drasticamente  la durata del lavoro, senza dividere il lavoro e le sue ricchezze. 
Infine si è a disagio con questa pretesa "unità nazionale" e questa curiosa invocazione dello " Spirito del 11 gennaio". La Repubblica non è un feticcio astratto che può sbocciare nello stesso momento in cui la disoccupazione aumenta e che si può utilizzare per aggredire il diritto del lavoro come si prova a fare con il progetto di legge Macron. Ciò non convince! Ciò è sbagliato! Come può volersi fare l'unità nazionale e con chi? Non ha senso con M Arnaud e la Signora Bettencourt che possiedono in due  più di quanto possiedono 20 milioni di francesi messi insieme.
Né si può fare "l'unità nazionale" col capo dell'UMP, Sarkozy che va a cercare denaro in Qatar e che pretende poi di ritornare  qui a combattere l'integralismo.
Né si può fare "l'unità nazionale" con Le Pen che sostiene la troika affinché questa esige il pagamento integrale del debito greco da Syriza. 

  L'unità nazionale non ha senso, quando non si arriva neanche a fare "l'unità dei socialisti" nel governo. Perché ricordiamolo, si ha un governo minoritario che divide gli stessi socialisti. E quando non si arriva a fare l'unità dei socialisti, non si riesce a federare la sinistra nel paese. Senza unità della sinistra, niente è possibile. Non è col nostro nemico, il Medef, che bisogna ricercare degli accordi, ma occorre fare sintesi  con i Verdi il Fdg, con tutti i partiti di sinistra. 
 
Ed i grandi discorsi sulla Repubblica non hanno senso duraturo se non c'è una reale politica sociale, se si danno 41 miliardi per niente al Medef, e che sottrae  50 miliardi dai nostri bisogni sociali. Per uscire dalla crisi  non occorre sostenere l’austerità, bisogna invece  investire, stimolare e  creare lavoro. Ciò che può permettere di fare arretrare il debito, non è spendere meno, ma semmai spendere più!
 L'equilibrio di bilancio verrà dal rilancio, non dall’ l'austerità distruttrice ed accaparratrice della Signora Merkel. Il denaro c'è ed è tanto; attualmente bisogna volere andare a cercarlo, combattendo le frodi  e pretendendo la  "ottimizzazione" fiscale.
Denunciamo lo scandalo Juncker, Luxleaks. Durante gli ultimi  30 anni, era alla testa del Lussemburgo: 2400 miliardi di euro sono stati fatti deviare, in Lussemburgo operano 340 multinazionali e tra queste cui 58 imprese francesi. Yann Galut dice che ciò ci ha sottratto come collettività 100 miliardi per anno. Dunque perché si va a toccare la Sicurezza sociale? Perché si vanno  a toccare le collettività territoriali ?Perché si va a togliere del denaro alle dotazioni dei comuni, dei dipartimenti, se si può andare a cercarlo da questi imbroglioni che hanno rubato denaro e che lo hanno portato in Lussemburgo? È il denaro della nostra Repubblica, se ne ha bisogno, ricuperiamolo! Ci sono 80 miliardi di frode fiscale, ci sono 600 miliardi nei paradisi fiscali. Le prime 500 famiglie francesi  hanno 440 miliardi, 1 volta e mezzo il bilancio dello stato. 
Volete l’equilibrio di bilancio, volete fare piacere alla  Merkel? So come arrivarci: assumiamo gli ispettori delle tasse necessari, conduciamo accanitamente la  lotta contro le frodi fiscali… Ma per ciò, bisogna opporsi  all'oligarchia. A quell’uno per cento . Ai miliardari ladri. Come in Grecia. Come Syriza.
Occorre la volontà politica, noi siamo il 99%, occorre un grande partito socialista coraggioso, una maggioranza coraggiosa capace di attaccare la finanza, un governo capace di  controllarla! Un'unità, un governo della sinistra rosa, rossa e verde.
È possibile se, ci impegneremo, dare una nuova maggioranza al nostro partito che vuole  andare in questo senso, tra il 21 maggio ed il 6 giugno, al congresso di Poitiers.
È solamente facendo così che si possono  ridistribuire le ricchezze.
Rimobilitiamo la gente, riguadagnamo il consenso elettorale perso. Ecco ciò che propone il contributo che ho appena illustrato e che vi invito a leggere; e con altri, un dibattito, un accordo, una coesa nuova maggioranza è a portata di mano. Se lo si vuole, tutti insieme.
Gérard Filoche         

RICORDANDO UN GRANDE SOCIALISTA FRANCESE ED EUROPEO, JEAN POPEREN




Sbaglierebbe, sottovalutando il nostro progetto politico chi pensasse che un soggetto politico socialista chiaramente orientato a sinistra in Italia, possa e voglia fare a meno di una rete di rapporti, interessenze e scambi di notizie, riflessioni ed analisi.
L’essere socialisti a sinistra richiede, direi necessariamente, la capacità ad essere attenti alla storia del movimento operaio e socialista europeo ed internazionale.
In questa prospettiva non poteva sfuggirci in questo 2015, il novantesimo anniversario di nascita di un compagno socialista francese, purtroppo scomparso 18 anni fa. Mi riferisco all’indimenticato Jean Poperen .
Jean Poperen era nato il 9 gennaio del 1925. Fu dapprima militante comunista. Mosse infatti i suoi primi passi politici nel Partito comunista francese . Da giovane comunista a Parigi partecipò all’azione clandestina della Resistenza. Alla Liberazione, divenne segretario nazionale degli studenti comunisti.
Fu un comunista "allineato", talora anche intransigente, ma sempre brillante e gran lavoratore al punto che gli fu proposto di lavorare per il Cominform.
Venne incaricato, tra il 1952 e il 1953, di curare l’adattamento in francese dei testi comunisti sovietici.
In questo periodo fu anche a Bucarest dove ebbe modo di riflettere sul "comunismo reale", e particolarmente sull'antisemitismo di stato dei paesi dell'est. Tutto ciò lo portò velocemente a rinunciare al suo impegno nel Cominform per ritornare in Francia, dove diventa segretario della cellula comunista del sedicesimo arrondissement di Parigi.
Fu solo però nel 1956 che si consumò la rottura con il comunismo e con il PCF. Il "rapporto Kruschev", e soprattutto il silenzio nel merito della direzione del PCF prima e poi l'intervento sovietico in Ungheria Lo convinsero definitivamente che l’opzione comunista sovietica rappresentava un vicolo cieco.
Nel 1958, partecipa alla creazione del "comité provisoire de liaison pour la réunification du mouvement ouvrier", (comitato provvisorio di collegamento per la riunificazione del movimento operaio), più conosciuto sotto il nome della rivista “ Tribune de Communisme”.
Nel 1959, viene espulso dal PCF. Durante gli anni sessanta Jean Poperen è impegnato nella ricerca dell'unità della sinistra francese. Fin da 1960, si mette in contatto coi dirigenti del PSU e partecipA attivamente alla creazione del Partito Socialista Autonomo di cui diventa uno dei dirigenti.
In seno a questo partito, spesso diviso, Poperen anima una corrente definita "unitaria", favorevole all'unità di tutta la sinistra. La sua è una lotta contro l’ala "modernista" del partito, incarnata da Gilles Martinet e Michel Rocard.
Poperen a partire dal 1963 diventa il leader riconosciuto della minoranza del PSU e e lotta contro il “nuovo tecnicismo borghese” della maggioranza del partito.
Dopo il congresso del 1967 che vede prevalere l'orientamento "modernista" del PSU che, in maggioranza, rifiuta di integrarsi con la FGDS per la candidatura di François Mitterrand alle elezioni presidenziali del 1965. E’ di questo periodo il duro giudizio di Poperen che paragonerà pubblicamente la direzione del PSU ad una "setta". Una presa di posizione che gli varrà l’espulsione.
Poperen non demorde e con altri compagni e compagne crea l' Unione dei gruppi e club socialisti (UGCS).
Nell'aprile 1968, l'UGCS si unisce alla FGDS, e Jean Poperen diventa membro dell'ufficio politico di questa federazione. Dopo l'insuccesso del Congresso di Alfortville , l'UGCS è parte fondante del processo di rifondazione del Partito Socialista (PS) al Congresso di Issy-il-Moulineaux.
All'epoca del Congresso di Epinay, nel 1971 che vede l'unità dei socialisti realizzarsi, deposita una mozione che ottiene il 12%. In quell’occasione sostiene Alain Savary contro François Mitterrand.
Poperen difende la prospettiva dell’l'unione della sinistra francese, ma, non vuole coalizzarsi, con quelli che, in seno alla SFIO, hanno sempre difeso l'alleanza al centro, e che sostengono Gaston Defferre, la mozione ha ottenuto il 29% dei voti, appoggiando Mitterrand.
Dubita della loro sincerità esi oppone a questa “ alleanza d’apparato” che gli sembra mirare soprattutto a sbarazzarsi definitivamente di Guy Mollet.
In breve la corrente animata da Jean Poperen, chiamata prima “Rassembler à Gauche”, poi "Nouveau Monde 92", diviene una delle componenti strutturali del partito socialista fino all'inizio degli anni Novanta. Avvicinatosi alla maggioranza mitterrandiana fin da 1973, dopo che la sua mozione ebbe ottenuto solo il 5% dei consensi in seno al PS, questa corrente si ritrova soprattutto intorno al bimestrale , Synthèses flash, diretto da Colette Audry che sarà pubblicato ininterrottamente dal 1969 al 1997.
Jean Poperen è designato , nel 1973, responsabile nazionale del Partito Socialista per le politiche industriali. Poco entusiasta per l’entrata nel partito dei “rocardiani”, unisce le sue forze a quelle della mozione mitterandiana all'epoca del congresso di Pau nel 1975 e diventa responsabile nazionale per la propaganda, poi responsabile nazionale per il coordinamento dopo il congresso di Metz del 1979.
E’ Lui che regge ufficialmente il peso dell'organizzazione della campagna presidenziale del 1981, e tuttavia è tenuto fuori dal “cerchio magico” mitterandiano in cui forti sono i “manovrismi”.
Dopo la vittoria di François Mitterrand a Presidente della Repubblica e l’elezione alla carica di Segretario del PS di Lionel Jospin, Jean Poperen diventa , pure restando responsabile nazionale al coordinamento, il numero due del Partito Socialista.
L'esperienza della sinistra al potere mette tuttavia Poperen in una situazione difficile, diviso com’è tra la sua lealtà verso il governo e l’evidente contraddizione tra i suoi orientamenti e le scelte dell'esecutivo.
Ciò si manifesta nelle diverse prese di posizione rilevabili tra “ Synthèses flash” e quelle personali di Poperen .
La contraddizione finalmente esplode sulla questione della laicità e dopo l’accantonamento del progetto Savary per l’ unificazione del servizio pubblico di educazione, nel 1984. Poperen non trattiene più la sua collera.
La corrente è rilanciata intorno al 1986, con una grande riunione nella sala della Mutualità, a Parigi. Sebbene rinuncia, nel 1987, a presentare un’autonoma mozione al Congresso di Lille, Egli esprime però dalla tribuna il proprio scontento che fa emergere quanto ampie siano le divergenze rispetto alla maggioranza del PS. Questo attacco che ha come obiettivo il segretario, Lionel Jospin, gli costerà il posto di numero due del partito e la perdita di tutte responsabilità politiche.
All'epoca del Congresso di Rennes, prova ad approfittare dell’implosione della corrente mitterrandista e tenta di conquistare la direzione del partito. Ma la sua mozione ottiene solo il 7,5%, piegando irrimediabilmente le sue illusioni. Il contraccolpo sulla sua corrente è forte. Jean-Marc Ayrault considerato fino ad allora il suo "delfino" si gancia e lo abbandona.
“ Synthèses flash” perde la collaborazione di Colette Audry che muore nel 1991. Infine, la posizione di Poperen favorevole all’ intervento militare all'epoca della Guerra del Golfo spacca la corrente e lo allontana particolarmente dai giovani.
Dopo l'insuccesso alle elezioni legislative del 1993, presenta una mozione che ottiene ancora l’ 11% dei consensi al congresso della Bourget.
La mozione presentata da Poperen appare molto critica nei confronti del segretario Michel Rocard, fustigando particolarmente la deriva "sociale liberale" del partito.
Dopo le dimissioni di Rocard a seguito della disfatta elettorale alle elezioni europee del 1994, Poperen sostiene il “ riallineamento “ a sinistra proposto da Henri Emmanuelli che deve cedere tuttavia la direzione del PS a Lionel Jospin, nominato, dai militanti, candidato alle presidenziali del 1995.

Con la sua morte, il 23 agosto 1997, la sua corrente non gli sopravvive. Una parte, segue Marie-Thérèse Mutin, e si mantiene costituita in corrente , ottenendo, sempre nel 1997, il 5,4% al congresso di Brest (1997), ma poi sparisce. La maggior parte dei “ poperenisti “ seguono, invece, la corrente Nouveau Monde, poi Un Monde d'Avance,, guidata prima da da Henri Emmanuelli e poi da Benoît Hamon.
Recentemente Emanuele Maurel, capo di fila della corrente "Maintenant La Gauche", al congresso di Tolosa del 2012, ha voluto considerarsi erede dell’esperienza politica di Poperen, dimostrando quale impatto ha ancora in seno alla sinistra socialista francese il ricordo e la tradizione di Poperen.
Concludiamo questo breve ricordo di Poperen, ricordando che Egli ricoprì vari incarichi nella sua lunga carriera politica. Nel 1988, divenne Ministro per le relazioni col Parlamento nel primo governo Rocard , carica che conservò anche nel nel secondo Gabinetto Rocard, nel giugno 1988. Fu anche Ministro senza portafoglio per le Relazioni col Parlamento, nel Governo di Édith Cresson, dal 1991 al 1992. E’ stato inoltre Deputato del PS per il Rodano dal 1973 al 1988 e Sindaco di Meyzieu dal 1977 alla sua morte nel 1997.