DOPO L’ELEZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA APPARE EVIDENTE
CHE SI E’ OPERATO UN SOSTANZIALE “RIALLINEAMENTO”
DELLE POSIZIONI A SINISTRA CHE PONE LE FORZE DI SINISTRA SOCIALISTA NUOVAMENTE
AL CENTRO DELL’AZIONE POLITICA E DELLA PRESENZA SOCIALE IN QUESTO PAESE, A
PATTO CHE…
L’elezione a Presidente della Repubblica del nostro
conterraneo Sergio Mattarella, cui auguro buon lavoro, penso sia, come bene ha fatto a sottolineare il compagno Isidoro La Spina, un capolavoro di tattica di Renzi, che ha
ottenuto vari, diversi “risultati", di breve o forse anche medio periodo, in una
sola mossa.
Senza qui entrare nel merito della partita tattica giocata da
Renzi e dai renziani, quel che mi preme, in questa sede, evidenziare è la
questione di quale ruolo, in questa prospettiva, abbiano “accettato” di
svolgere certi settori di sinistra di questo Paese.
Concordo con coloro che sostengono che se Mattarella ha avuto il consenso e
soprattutto i voti degli elettori presidenziali della sinistra parlamentare (
SEL e cosiddette sinistre PD) non è poi così scontato che il neo Presidente abbia
raccolto consensi e gradimenti parimenti entusiasti in tutta la sinistra.
E’ un dato che oltre e al di là del riconosciuto valore,
personale ed umano, di Mattarella resta comunque un elemento su cui riflettere
e confrontarsi.
Non si deve pensare che questa cesura sia frutto solo dei
vecchi, noti posizionamenti politici della “gauche” nostrana.
Detto ancor più chiaramente i posizionamenti, a sinistra, assunti per l’elezione di Mattarella a
dodicesimo Presidente della Repubblica italiana mutano direi, irreversibilmente,
il quadro interno alla sinistra italiana. Cerco di spiegare meglio il senso di
questa riflessione.
E’ evidente che la scelta di Sinistra ecologia e libertà, del
suo gruppo dirigente e del suo leader Vendola di votare, il candidato poi
eletto, Mattarella sposta l’asse dell’iniziativa di SEL, di fatto, a prescindere da
Mattarella, verso il centro dello schieramento politico.
E’ un dato direi oggettivo, dato che SEL come già si intuiva dopo l’iniziativa di Human Factor ha scelto come suo
interlocutore politico privilegiato il mondo, i settori delle cosiddette
sinistre PD.
Senza gridare allo scandalo è questa però una valutazione
tattica che ricolloca direi necessariamente SEL all’interno del quadro politico
italiano.
Diversamente da altri non credo che questa scelta dipenda
dalla modifica della soglia d’accesso parlamentare al 3% fissata nell’Italikum come qualcuno ha un po' malignamente insinuato .
Questo “riallineamento” di SEL, finisce, però, comunque la si pensi, per avere conseguenze
direi certe anche sul complessivo
posizionamento e ruolo del socialismo italiano tout court di oggi e più ancora
di domani.
Non sfuggirà a nessuno che all’interno del mondo socialista e
segnatamente alla realtà politica in particolare del PSI giunge, adesso, ai suoi ultimi esiti lo scontro di posizioni e
prospettive interne al partito.
Appare evidente che il
ruolo, accessorio ma pur sempre tatticamente utile, sin qui svolto da Nencini e
la sua maggioranza interna al PSI che intendeva e posizionava il partito come “mosca
cocchiera” del PD a sinistra perde senso e valore nonché interesse per i democratici
e il suo leader.
Quel “ruolo” politico, adesso, viene conquistato e assunto da
SEL che rispetto al PS nenciniano ha il
merito di esercitare più e meglio, sia qualitativamente che quantitativamente, questa “mansione cerniera” tra un PD neocentrista
e una sinistra parlamentare se non parlamentarista.
Questo complessivo “riallineamento” non può non avere conseguenze
anche per quel che riguarda le sinistre
interne al PSI,da tempo all’opposizione di Nencini.
E’ difatti sempre più
evidente che la “coabitazione” e la “convivenza” con i “nenciniani” è una
camicia di Nesso sempre più problematica
e foriera, in prospettiva, di consumare, anzi logorare slanci, militanze e analisi che da sempre sono
state e sono la grande ricchezza delle sinistre socialiste.
L’imbuto politico-organizzativo si fa sempre più stretto.
Senza entrare nel merito di un travaglio che comprendo e rispetto
è sempre più evidente che le sinistre del PSI sono, di fatto, innanzi ad una
scelta non più rinviabile dato che ne va
della loro stessa esistenza ed essenzialità politica.
Fortunatamente, da tempo, i socialisti sia delle minoranze
interne al PSI sia quelli espressione
dell’associazionismo socialista autonomo e territoriale, come nel caso della Rete
Socialista – Socialismo Europeo si stanno confrontando sulla prospettiva di
dare corpo e sostanza a una casa della sinistra, nuova, originale e non solo socialista
in chiave reducistica o identitaria.
Un progetto che è in
stato avanzato d’esecuzione e che
recentissimamente ha visto nascere, a Roma, presso il Circolo socialista della
Garbatella, la FEDERAZIONE PER IL SOCIALISMO.
E’ questa dunque una prospettiva che anche alla luce dell’elezione
presidenziale di Mattarella, della
svolta meneghina di SEL con Human Factor
finisce, di fatto, per spostare irreversibilmente a sinistra dello schieramento
le forze di sinistra socialista e democratica.
E’ evidente, adesso, che a sinistra del PD, a prescindere da
scelte , posizionamenti interni delle sua maggioranze e minoranze, senza cedere
alle virtuali lusinghe di coordinamenti a doppia o plurima tessera, esistono a
sinistra, da oggi, due sole realistiche
opzioni praticabili.
Una è quella post comunista incarnata da settori
politico-culturali come quelli che fanno capo a Rifondazione comunista , alle
forze della diaspora comunista a gruppi
come quello che ha poi prevalso nel cartello elettorale de “L’Altra Europa” e a un giornale d’area qual è,
l’ ottimo anche se non sempre condivisibile, “Il Manifesto”.
Ve ne è poi un’altra
di sinistra socialista di cui spero sinceramente la Federazione per il Socialismo
possa divenire referente politico-organizzativo di sintesi.
Una sinistra questa rappresentata, in termini politici,
culturali ed ideali, da settori come quelli dell’associazionismo socialista
autonomo e territoriale, della Rete
Socialista – Socialismo Europeo, delle sinistre PSI, delle sinistre sociali e
sindacali, di settori di sinistra democratica rappresentate da compagni come,
ad esempio, Cesare Salvi nonché di tanti compagni e compagne senza tessere o
affiliazioni.
Questa “variazione” di posizioni a sinistra ci pone, dunque,
davanti a nuove, enormi responsabilità che dobbiamo onorare, prima tra tutte
quella di aver chiaro che il nostro posizionamento politico è basato su
Princìpi e Valori ideali non meno che su stringenti analisi sociali ed economicihe e deve parimenti
tenere conto sia del fallimento, evidente, incontrovertibile del modello
comunista sia delle vecchie prassi socialdemocratiche e di certe sue recenti, evanescenti
varianti neoliberiste.
Fortunatamente le sinistre socialiste , in questo Paese,
vantano elaborazioni, analisi che hanno posto all’attenzione del Paese , dell’opinione
pubblica e della sinistra internazionale riflessioni come quelle di compagni
quali Rosselli, Faravelli o ancora di Riccardo Lombardi solo per citarne alcuni.
Sta a noi, dunque, accettare il ruolo di volano per il
rilancio e la rigenerazione della sinistra in Italia, specie ora che sono state
superate e risolte le ragioni della più che novantennale, sciagurata divisione
delle sinistre nella Penisola.
Sempre e Più Avanti!
Sempre Socialismo!
Fabio Cannizzaro
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