Care compagne, Cari compagni, illustri ospiti,
Non è facile onorare, in pochi minuti, la promessa fatta al
compagno Giovanni Rebechi di rappresentare cosa da Sud, dai nostri diversi Sud,
insulari e no, si spera e si pensa debbano essere ruolo e prospettive
dell’azione socialista a sinistra e nella sinistra.
Mi sono chiesto: Cosa ci chiedono oggi i ceti sociali del sud
oggettivi referenti di un’azione socialista a sinistra? Del resto credo che non
possiamo e non dobbiamo mai dimenticare che i nostri referenti sono e restano i
ceti popolari, le classi subalterne, i disoccupati, i precari, i lavoratori.
Ebbene tutti costoro: cosa ci chiedono? Ci domandano, in buona sostanza, di
interrompere un andazzo, di combattere le sperequazioni, le diseguaglianze che
anziché diminuire aumentano ed aumentando scavano nel quotidiano odiosi quanto
evidenti divari sociali ed economici. Credo sia questo ciò che da Sud ci
chiedono i lavoratori e con questi i deboli, gli ignorati, gli svantaggiati.
Noi socialisti schierati a sinistra abbiamo il dovere, compagne e compagni, di studiare, esaminare e
trarre le conseguenze politiche dall’analisi della realtà socio-economica.
Alle osservazioni devono ,dunque, seguire fatti ed atti
politici conseguenti. Non è più tempo di paludamenti, di titubanze, del resto è
sotto gli occhi di tutti che il Pd lavora all’eliminazione politica di
qualunque forza alla sua sinistra, azione affidata al sistema elettorale
a-democratico dell’Italikum.
E' altresì evidente che, attualmente, il Pd persegue con oggettiva
pervicacia politiche economiche e sociali neoliberiste.
Non sta però a noi, ne
questo è il luogo più adatto a farlo, dettare al Pd e alle sue minoranze
interne agende e/o consigli su cosa fare rispetto alle scelte della loro
maggioranza e del loro segretario, Renzi.
Detto ciò abbiamo però il diritto di dire che le politiche
del Pd, da socialisti e da uomini e donne di sinistra, non solo non ci
convincono ma che anzi ci vedono decisamente contrari.
Da Sud, dai nostri Sud noi socialisti leggiamo l’agenda
renziana in perfetta linea di continuità storico-politico e socio-economica
rispetto alle vecchie logiche riguardo i rapporti Nord-Sud. Del resto a ben
vedere questo Pd, il suo leader concretamente non mettono in discussione né
ricette né scelte né analisi del capitalismo globalizzato e finanziario mondiale,
applicandone i dettati in Italia e avvallandone le logiche e le prassi a
livello inter e intranazionale.
Detto ciò la situazione è grave ed io sono venuto qui a Roma , su mandato dei compagni e delle compagne siciliane
che rappresento, non tanto a celebrare noi stessi quanto, più e meglio, a
sostenere che la Rete Socialista oggi non si basta più.
E non è badiamo bene la
Rete Socialista che non si basta per inadeguatezza, anzi è l’esatto contrario,
noi dobbiamo e possiamo superarci perché il nostro progetto è vivo e vitale più
che mai e occorre quindi di evolvere verso una nuova, successiva fase politica
ed organizzativa.
Liberiamo, quindi, il campo da equivoci e/o generalizzazioni,
qui non si tratta oggi di creare un nuovo, ennesimo partito o partitello.
Da socialisti ben comprendiamo che non è tempo di proporre o
strutturare un partito politico che in questa fase non potrebbe essere né
influente ne tantomeno credibile.
Ciò che ci deve vedere impegnati è la necessità di dare vita,
da subito, ad una organizzazione politica socialista schierata a sinistra.
Chiarisco ancora meglio. Noi peroriamo e proponiamo a Voi, al
corpo vivo del socialismo militante e della sinistra un modello Federativo e federale che dia vita ad una unione organizzativa dei socialisti a sinistra.
Una Federazione che si muova valorizzando le Identità
territoriali storiche, culturali, economiche e se presenti linguistiche di
questo Paese.
Pensate alla tradizione socialista siciliana, all’esperienza, fondamentale e fondativa del socialismo siciliano: I Fasci Siciliani dei Lavoratori di fine Novecento.
Pensate alla tradizione socialista siciliana, all’esperienza, fondamentale e fondativa del socialismo siciliano: I Fasci Siciliani dei Lavoratori di fine Novecento.
Pensiamo, ancora, a tradizioni come quella di Rollier , di
Colorni o ancora di Silvio Trentin. E’ questo e non quello differenzialista e
neolepenniano di certi altri il vero federalismo.
Su questo tema non
prendiamo e accettiamo lezioni da nessuno.
E del resto noi della Rete Socialista in Sicilia poniamo come
elemento centrale della mobilitazione socialista la soluzione della composita
quanto ineludibile Questione Siciliana.
Appare dunque chiaro che la nostra iniziativa non è e non
vuole essere una chiamata alle armi per il reducismo socialista tout court.
La futura federazione, infatti, non si rivolge solo o
prevalentemente ai compagni che militano nel PSI, nel partito nenciniano.
La nostra quotidianità, il nostro divenire politico in questi
mesi ha tratto la sua linfa, la sua forza nel tessuto del Socialismo Autonomo,
di quell’Associazionismo Socialista che, senza nulla togliere alla presenza e
alla convivenza nella Rete Socialista con bravi compagni e brave compagne che
pure militano nelle minoranze del PSI,
è, oggettivamente, al momento il vero cuore pulsante dell’azione
socialista a sinistra.
E’ riscontrabile che sin qui la Rete ha infatti
prevalentemente, positivamente lavorato alla riaggregazione del tessuto
politico-culturale di base e spontaneo che esiste nei territori, rinunciando,
giustamente penso io, alla mero scontro con il PS nenciniano.
Noi, infatti, senza mai rifiutare un confronto fattivo e
schietto con chicchessia, avvertiamo come centrale, ineludibile “necessità” per
i socialisti contrastare il tentativo messo in atto dal Pd di disarticolare gli
equilibri a sinistra provando anche a condannare i socialisti, e quindi il
Socialismo, ad una in essenzialità politica e sociale che, diversamente da altri compagni e compagne, non possiamo né vogliamo
accettare.
Anzi diciamo, con giusta fierezza, che è la nostra tradizione socialista
e democratica di valori, ideali e princìpi l’unico immediato, possibile
collante per avviare una seria
riorganizzazione della sinistra, su basi attuali ed originali, condividendo non
teorie ideologiche o riflessioni teoretiche ma, più e meglio, necessità ed
esigenze politiche e socioeconomiche.
Dobbiamo invitare, da subito, tutti i compagni, le compagne a
porre al centro dell’attenzione e dell’iniziativa politica tra gli altri anche temi come quelli del tanto vituperato trittico
saragattiano ( scuole, ospedali e case).
Oggi la imperante volontà neoconservatrice, incarnata anche
dal Pd, trova espressione nell’odioso attacco a settori come questi, non solo
dimenticati e ignorati, ma su cui muove ora, infaustamente quanto poco
lungimirantemente, la mannaia di spesa di questo Esecutivo.
Pensiamo, ad esempio, al progetto della cosiddetta “Buona” Scuola
renziana.
Da insegnante, da lavoratore, da socialista dico che quello
mosso dal Premier, dal suo partito è un attacco formidabile quanto letale sia ai
diritti sindacali , professionali ed alla dignità di insegnanti e personale ATA
che ai diritti democratici degli studenti, delle famiglie, dei cittadini.
E’, in buona sostanza, un concreta aggressione alla “Bastiglia”
della Costituzione: la Scuola repubblicana.
La Rete Socialista, e da domani, spero, la Federazione per il
Socialismo, dovrà tutelare, in questo come in ogni altro settore, la società democratica voluta dai Padri
Costituenti e dovrà farlo da sinistra, difendendo diritti, prerogative lottando
democraticamente per allargarli e non come fanno taluni per cassarli e/o
ridurli.
E’ tempo di schierarsi, di essere conseguenti alle idee
professate. E’ tempo di fatti politici!
Dobbiamo dare risposte ai bisogni non meno che alle esigenze
della Gente, dei Lavoratori di questo Paese.
Questa assemblea non è dunque un occasione autocelebrativa né
burocratica interna.
Oggi qui sono convenuti uomini e donne, espressioni di
associazioni, gruppi, movimenti e/o singoli, che lavorano per l’unità del
Socialismo ed in prospettiva per quella della sinistra democratica schierata,
senza se e senza ma, a sinistra del Pd.
Rifiutiamo, poiché storicamente fallace, l’unificazione
verticistica e virtuale di sigle e gruppi dirigenti e miriamo, invece, a
riorientare il socialismo per riorganizzare su nuove basi la sinistra.
VIVA IL SOCIALISMO!
VIVA LA FEDERAZIONE!
VIVA LA SINISTRA!
Fabio Cannizzaro
Coord.della
Sicilia
e componente U.P.
della Rete Socialista