domenica 23 novembre 2014

INTERVENTO DI FABIO CANNIZZARO , ALL’ASSEMBLEA DELLA RETE SOCIALISTA DI ROMA, DEL 15 NOVEMBRE 2014




Care compagne, Cari compagni, illustri ospiti,
Non è facile onorare, in pochi minuti, la promessa fatta al compagno Giovanni Rebechi di rappresentare cosa da Sud, dai nostri diversi Sud, insulari e no, si spera e si pensa debbano essere ruolo e prospettive dell’azione socialista a sinistra e nella sinistra.
Mi sono chiesto: Cosa ci chiedono oggi i ceti sociali del sud oggettivi referenti di un’azione socialista a sinistra? Del resto credo che non possiamo e non dobbiamo mai dimenticare che i nostri referenti sono e restano i ceti popolari, le classi subalterne, i disoccupati, i precari, i lavoratori. Ebbene tutti costoro: cosa ci chiedono? Ci domandano, in buona sostanza, di interrompere un andazzo, di combattere le sperequazioni, le diseguaglianze che anziché diminuire aumentano ed aumentando scavano nel quotidiano odiosi quanto evidenti divari sociali ed economici. Credo sia questo ciò che da Sud ci chiedono i lavoratori e con questi i deboli, gli ignorati, gli svantaggiati.
Noi socialisti schierati a sinistra abbiamo il dovere,  compagne e compagni, di studiare, esaminare e trarre le conseguenze politiche dall’analisi della realtà socio-economica.
Alle osservazioni devono ,dunque, seguire fatti ed atti politici conseguenti. Non è più tempo di paludamenti, di titubanze, del resto è sotto gli occhi di tutti che il Pd lavora all’eliminazione politica di qualunque forza alla sua sinistra, azione affidata al sistema elettorale a-democratico dell’Italikum.
E' altresì evidente che, attualmente, il Pd persegue con oggettiva pervicacia politiche economiche e sociali neoliberiste.
 Non sta però a noi, ne questo è il luogo più adatto a farlo, dettare al Pd e alle sue minoranze interne agende e/o consigli su cosa fare rispetto alle scelte della loro maggioranza e del loro segretario, Renzi.
Detto ciò abbiamo però il diritto di dire che le politiche del Pd, da socialisti e da uomini e donne di sinistra, non solo non ci convincono ma che anzi ci vedono decisamente contrari.
Da Sud, dai nostri Sud noi socialisti leggiamo l’agenda renziana in perfetta linea di continuità storico-politico e socio-economica rispetto alle vecchie logiche riguardo i rapporti Nord-Sud. Del resto a ben vedere questo Pd, il suo leader concretamente non mettono in discussione né ricette né scelte né analisi del capitalismo globalizzato e finanziario mondiale, applicandone i dettati in Italia e avvallandone le logiche e le prassi a livello inter e intranazionale.
Detto ciò la situazione è grave ed io sono venuto qui a Roma , su mandato dei compagni e delle compagne siciliane che rappresento, non tanto a celebrare noi stessi quanto, più e meglio, a sostenere che la Rete Socialista oggi non si basta più.
E non è  badiamo bene la Rete Socialista che non si basta per inadeguatezza, anzi è l’esatto contrario, noi dobbiamo e possiamo superarci perché il nostro progetto è vivo e vitale più che mai e occorre quindi di evolvere verso una nuova, successiva fase politica ed organizzativa.
Liberiamo, quindi, il campo da equivoci e/o generalizzazioni, qui non si tratta oggi di creare un nuovo, ennesimo partito o partitello.
Da socialisti ben comprendiamo che non è tempo di proporre o strutturare un partito politico che in questa fase non potrebbe essere né influente ne tantomeno credibile.
Ciò che ci deve vedere impegnati è la necessità di dare vita, da subito, ad una organizzazione politica socialista schierata a sinistra.
Chiarisco ancora meglio. Noi peroriamo e proponiamo a Voi, al corpo vivo del socialismo militante e della sinistra un modello Federativo e federale che dia vita ad una unione organizzativa dei socialisti a sinistra.
Una Federazione che si muova valorizzando le Identità territoriali storiche, culturali, economiche e se presenti linguistiche di questo Paese. 
Pensate alla tradizione socialista siciliana, all’esperienza, fondamentale e fondativa del socialismo siciliano: I Fasci Siciliani dei Lavoratori di fine Novecento.
Pensiamo, ancora, a tradizioni come quella di Rollier , di Colorni o ancora di Silvio Trentin. E’ questo e non quello differenzialista e neolepenniano di certi altri il vero federalismo.
 Su questo tema non prendiamo  e accettiamo  lezioni da nessuno. 
E del resto noi della Rete Socialista in Sicilia poniamo come elemento centrale della mobilitazione socialista la soluzione della composita quanto ineludibile Questione Siciliana.
Appare dunque chiaro che la nostra iniziativa non è e non vuole essere una chiamata alle armi per il reducismo socialista tout court.
La futura federazione, infatti, non si rivolge solo o prevalentemente ai compagni che militano nel PSI, nel partito nenciniano.
La nostra quotidianità, il nostro divenire politico in questi mesi ha tratto la sua linfa, la sua forza nel tessuto del Socialismo Autonomo, di quell’Associazionismo Socialista che, senza nulla togliere alla presenza e alla convivenza nella Rete Socialista con bravi compagni e brave compagne che pure militano nelle minoranze del PSI,  è, oggettivamente, al momento il vero cuore pulsante dell’azione socialista a sinistra.
E’ riscontrabile che sin qui la Rete ha infatti prevalentemente, positivamente lavorato alla riaggregazione del tessuto politico-culturale di base e spontaneo che esiste nei territori, rinunciando, giustamente penso io, alla mero scontro con il PS nenciniano.
Noi, infatti, senza mai rifiutare un confronto fattivo e schietto con chicchessia, avvertiamo come centrale, ineludibile “necessità” per i socialisti contrastare il tentativo messo in atto dal Pd di disarticolare gli equilibri a sinistra provando anche a condannare i socialisti, e quindi il Socialismo, ad una in essenzialità politica  e sociale che, diversamente da altri compagni e compagne, non possiamo né vogliamo accettare.
Anzi diciamo, con giusta fierezza, che è la nostra tradizione socialista e democratica di valori, ideali e princìpi l’unico immediato, possibile collante  per avviare una seria riorganizzazione della sinistra, su basi attuali ed originali, condividendo non teorie ideologiche o riflessioni teoretiche ma, più e meglio, necessità ed esigenze politiche e socioeconomiche.
Dobbiamo invitare, da subito, tutti i compagni, le compagne a porre al centro dell’attenzione e dell’iniziativa politica tra gli altri anche  temi come quelli del tanto vituperato trittico saragattiano ( scuole, ospedali e case).
Oggi la imperante volontà neoconservatrice, incarnata anche dal Pd, trova espressione nell’odioso attacco a settori come questi, non solo dimenticati e ignorati, ma su cui muove ora, infaustamente quanto poco lungimirantemente, la mannaia di spesa di questo Esecutivo.
Pensiamo, ad esempio, al progetto della cosiddetta “Buona” Scuola renziana.
Da insegnante, da lavoratore, da socialista dico che quello mosso dal Premier, dal suo partito è un attacco formidabile quanto letale sia ai diritti sindacali , professionali ed alla dignità di insegnanti e personale ATA che ai diritti democratici degli studenti, delle famiglie, dei cittadini.
E’, in buona sostanza, un concreta aggressione alla “Bastiglia” della Costituzione: la Scuola repubblicana.
La Rete Socialista, e da domani, spero, la Federazione per il Socialismo, dovrà tutelare, in questo come in ogni altro settore,  la società democratica voluta dai Padri Costituenti e dovrà farlo da sinistra, difendendo diritti, prerogative lottando democraticamente per allargarli e non come fanno taluni per cassarli e/o ridurli.
E’ tempo di schierarsi, di essere conseguenti alle idee professate. E’ tempo di fatti politici!
Dobbiamo dare risposte ai bisogni non meno che alle esigenze della Gente, dei Lavoratori di questo Paese.
Questa assemblea non è dunque un occasione autocelebrativa né burocratica interna.
Oggi qui sono convenuti uomini e donne, espressioni di associazioni, gruppi, movimenti e/o singoli, che lavorano per l’unità del Socialismo ed in prospettiva per quella della sinistra democratica schierata, senza se e senza ma, a sinistra del Pd.
Rifiutiamo, poiché storicamente fallace, l’unificazione verticistica e virtuale di sigle e gruppi dirigenti e miriamo, invece, a riorientare il socialismo per riorganizzare su nuove basi la sinistra.

VIVA IL SOCIALISMO!

VIVA LA FEDERAZIONE!

VIVA LA SINISTRA!
Fabio Cannizzaro
Coord.della Sicilia
e componente U.P.
della Rete Socialista

PERCHE’ ADERIRE, DA SOCIALISTI E DA LAVORATORI, ALLO SCIOPERO GENERALE DEL PROSSIMO 12 DICEMBRE.




La Rete Socialista aderisce allo sciopero generale, promosso da C.G.I.L. ed U.I.L., per il prossimo 12 dicembre.
Una adesione la nostra che non è un sostegno di facciata ma, più e meglio, un impegno militante volto a convincere il maggior numero possibile di compagne, compagni e cittadini della giustezza e della necessità di questa mobilitazione.
Taluni pensano che scioperare sia un sacrificio spropositato ed essenzialmente inutile.
A tutti costoro occorre dire, ricordare che la posta in gioco è enorme.
Certo scioperare implica, direi necessariamente, un sacrificio economico ma è altresì vero che il Governo Renzi sta conducendo una offensiva organica, senza precedenti, ai diritti acquisiti dei lavoratori di questo Paese.
Di fronte a questa “volontà” di ridimensionare le prerogative dei dipendenti, pubblici e privati, è chiaro che i lavoratori, tutti noi lavoratori abbiamo il diritto e il dovere di reagire.
Possiamo e dobbiamo farlo in un modo democratico qual'è indubitabilmente l'astensione dal lavoro.
Provare a demonizzare questa scelta,questo diritto, come tentano di fare certi settori politici, rischia davvero di trascinare l'Italia in un baratro senza ritorno.
Scegliere, dunque, di esercitare il diritto di sciopero e di farlo nel modo più unitario ed articolato possibile non possiamo accettare che venga demonizzato, tanto più che questa mobilitazione è promossa da due confederazioni sindacali, CGIL ed UIL, la cui fedeltà ai principi costituzionali non può essere messa in discussione da chicchessia.
Lo sciopero generale nazionale del prossimo dicembre è, quindi, una occasione per permettere ad ogni lavoratrice, ad ogni lavoratore, iscritto o no, a CGIL ed UIL, di contare collettivamente e di fare sentire i propri convincimenti.
L'evidente corollario della scelta di scioperare è ovviamente, direi necessariamente il sacrificio economico.
La rinuncia ad una giornata di lavoro che attesta incontrovertibilmente una volontà dichiarata, non viziata di partecipare alla vita sociale, politica ed economica del Paese e quindi di esprimere le proprie opinioni sul merito e sulla sostanza delle decisioni che riguardano i lavoratori .
Lo sciopero del prossimo 12 dicembre dovrà essere , dunque, un messaggio chiaro al Governo Renzi sull'indisponibilità della gran parte dei lavoratori, dei precari italiani ad accettare una riduzione dei loro diritti e delle garanzie a loro tutela.
Abbandonarsi alla rassegnazione, accettare di vedere calare dall'alto, in modo dirigistico, scelte contro-riformiste sul lavoro sarebbe la fine di qualsivoglia rappresentanza sindacale e sociale degna di questo nome per i lavoratori, mutandoli, mutandoci in meri “oggetti” di scelte e decisioni dirigistiche prese altrove.
Solo attraverso forme democratiche di mobilitazione e di lotta, sarà possibile, pertanto, restare “soggetti” capaci di scelte autonome e condivise.
Ciò è particolarmente importante in una fase storico-economica in cui il montante, aggressivo neoliberismo imperante vorrebbe sacrificare alle logiche di profitto i bisogni e le esigenze dei lavoratori e quindi della maggior parte della società.
E' vero che si tratta di processi generalizzati dalle dimensioni ed implicazioni internazionali, globali ma è pur vero che il contrasto a queste “logiche” può e deve passare direi obbligatoriamente per le nostre, diverse varie realtà territoriali che danno forma giuridica e contrattuale ai diritti e ai doveri.
Del resto le proposte del Governo non aggrediscono mere questioni di principio ma minacciano di pesare, se approvate, concretamente, sulla qualità della vita di ogni singolo lavoratore e della sua famiglia.
Di fronte ad un siffatto scenario, punteggiato da linee di indirizzo e proposte irricevibili, noi come Socialisti, come Rete Socialista non abbiamo né tentennamenti né dubbi di sorta e ci poniamo dalla parte dei lavoratori e delle due confederazioni CGIL e UIL , che tutt'altro che casualmente hanno rappresentato e rappresentano, nel mondo del lavoro, punti di vista vicini, storicamente ed organizzativamente, al punto di vista socialista e democratico.
Ci dispiace che altri compagni socialisti provino a dimostrare, sebbene, a dire il vero, sin qui, con scarsi risultati, che il ruolo nostro dovrebbe essere vicino, contiguo e/o sovrapposto a quello del Governo e della sua maggioranza politico-parlamentare,.
A costoro vorremmo ricordare che compito dei socialisti è di stare, sempre, dalla parte dei lavoratori e di difenderne, senza eccezioni, i diritti, da dovunque giungano attacchi ed affondi.

Viva il Socialismo!

Socialismo Sempre!


Fabio Cannizzaro
Componente dell'U.P.
della Rete Socialista

giovedì 6 novembre 2014

TERTIUM NON DATUR...RIALZIAMO LA BANDIERA DEL SOCIALISMO SICILIANO !



Rivisitazione grafica dell'opera di Gelij Korzev “Rialzando la bandiera” 1957


La riorganizzazione del socialismo in Sicilia deve affrontare alcuni passaggi obbligati.
I socialisti devono chiedersi: Possiamo rappresentare le istanze, i Valori ed i Princìpi socialisti accettando di andare oltre e al di là di vecchie, fallimentari logiche personalistiche, di potere e di per sé centralistiche?
Noi pensiamo di sì! E' una sfida di coerenza e che ci vede impegnati, rispetto anche a certune altre “osservanze” socialiste regionistiche isolane a fare del socialismo siciliano del XXI secolo non una “ridotta” di reduci del vecchio, estinto PSI, con annessa, âgée “colonnellanza” cammellata bensì un momento di operante riaggregazione a sinistra, in cui centrale, imprescindibile è la soluzione della Questione Siciliana, intesa parimenti come Questione Identitaria e Questione Sociale.
Tutto ciò è qualcosa di altro e ben diverso da mortificanti quanto ripetute visioni regionistiche, dirigiste, personalistiche e solo nominalmente autonomistiche.
Certo il percorso che abbiamo scelto che si rifà alle esperienze di lotta dei Fasci Siciliani, di socialisti siciliani come Vincenzo Vacirca, o alla migliore sinistra sicilianista o ancora alla valutazione panzeriana , socialista e popolare dello Statuto Siciliano oggi si invera nella collaborazione tra i diversi sodalizi territoriali socialisti riuniti nel COORDINAMENTO DEI CIRCOLI SOCIALISTI di Sicilia ed è oggi parte attiva e propositiva dell'iniziativa di riorganizzazione socialista che fa capo, anche in Sicilia, alla RETE SOCIALISTA – SOCIALISMO EUROPEO. Eppure occorre allargare, ampliare l'orizzonte.
Tutti i compagni e le compagne che non vogliono accettare né la logica liquidazionista dell'attuale PSI nenciniano dentro il Pd, né certe vulgate continuiste in salsa reducistico-autonomista sappiano che tertium non datur e che occorre aderire ad un progetto schiettamente siciliano e sinceramente internazionalista di sinistra socialista capace di ridare forza e prospettiva alla Gauche, qual'è appunto quello perorato dal Coordinamento dei Circoli Socialisti in collaborazione con Rete Socialista – Socialismo Europeo – SICILIA. 
Progetto in cui è la Politica socialista, fatta dalle persone per le persone ad essere centrale, rispettando le radici siciliane senza però immiserirle in sterile sciovinismo ma esaltandole in un reale, concreto amore per l'Umanità. 

W il Socialismo Siciliano!


W il Socialismo !