venerdì 27 giugno 2014

DOVE ANDRANNO I MIGLIOR(E)ISTI?


Tutti si stanno interrogando, in questi giorni, specie a sinistra, sul futuro di Migliore e di quei compagni e compagne ex di SeL che hanno deciso di lasciare il partito di Vendola.
E’ tutto un pullulare di ipotesi, un susseguirsi di incontri, tra i quali, ci informa “Avanti”, anche quello con Marco Di Lello, capogruppo della componente del PS nenciniano nel Gruppo Misto.
Ed è ben comprensibile l’attenzione che il PS nenciniano dedica a quanto si sta consumando in SeL.
In termini tattici stabilire “contatti” con Migliore e i suoi compagni potrebbe anche portare, almeno secondo i dirigenti del socialismo nenciniano, alla creazione di un gruppo unico, legittimando in seno al PSI l’attuale linea politica, sempre più contestata, anche all’interno del partito, e, quindi, traballante.
Al di là di quello che sperano Nencini e suoi “colonnelli” ciò che è certo è che si tratta per Migliore e i suoi compagni di scegliere cosa fare.
Le possibili opzioni in campo sono: Aderire, sic et simpliciter, al PD, Creare un gruppo insieme ai socialisti nenciniani, liberandosi e liberandoli dal limbo del gruppo misto o lavorare ad una iniziativa autonoma ma aperta volta contribuire alla riaggregazione dell’area del socialismo autonomo e democratico in questo Paese.
Credo che la scelta di aderire o meglio confluire nel Pd non richieda in sé alcun commento essendo evidente che se fosse questa l’ipotesi prescelta finirebbe per segnare , di fatto, la fine della loro azione e della loro elaborazione politica. 
La scelta ipotetica, invece, di fare gruppo con i nenciniani, avrebbe un valore tattico di breve periodo dato che è sempre più chiaro che il PSI è oramai definitivamente allocato nel “back yard” (cortile) del Pd. Non è del resto un segreto che i nenciniani dipendano elettoralmente e strategicamente dal PD.
Se i compagni ex SeL scegliessero questa “via” si tratterebbe, essenzialmente, di una sorta di traghettamento di fatto, anche se diluito, verso il cetaceo PD.
Noi socialisti autonomi espressione di quel socialismo indipendente che si oppone, programmaticamente e politicamente, alla deriva filo PD dei nenciniani, preferiremmo che questi compagni, queste compagne ex SeL scegliessero potendo di operare per la riaggregazione dell’area del socialismo autonomo e democratico. Ben comprendiamo che una siffatta opzione, implica la scelta di una “strada” politica più difficile, meno immediata e gratificante specie nel breve e medio periodo.
Mettersi al servizio, infatti, della costruzione, politica e sociale, di un movimento che si rifaccia alla migliore e più attenta tradizione italiana, europea ed internazionale del socialismo e della socialdemocrazia di sinistra, con robusti riferimenti alla sinistra del PSE, non è cosa facile.
E’ un “percorso”, ben lo comprendiamo, lastricato di difficoltà ma è altresì l’unico che potrà sottrarre, a nostro avviso, Migliore e i suoi, al pericolo concreto di un “oblio controllato” tra le braccia del PD, oggi, partito di potere “all catch ”.
E’ di tutta evidenza che il nostro è un auspicio, dato che non ci sfugge, come è ovvio che sia, che l’ultima parola spetta a Migliore e ai suoi compagni e tuttavia abbiamo come espressione del socialismo autonomo di sinistra il dovere di segnalare a questi compagni, con cui condividiamo tanto a livello ideale, i pericoli cui, a nostro avviso, vanno incontro nell’immediato futuro qualora rinunciassero o derogassero dalla loro autonomia di pensiero ed organizzativa.

Fabio Cannizzaro

giovedì 26 giugno 2014

IL NOSTRO IMPEGNO...


Questo nostro blog vuole offrire ai compagni, alle compagne l’occasione di riflettere dialetticamente analizzando la realtà siciliana nell’ottica propria della tradizione e della prassi del socialismo umanitario e democratico che deriva dalla tradizione dei Fasci Siciliani dei Lavoratori.
Punto focale di questa nostra analisi è la consapevolezza che esiste, irrisolta in Sicilia una specifica, peculiare QUESTIONE SICILIANA che non è assimilabile né risolvibile , nella generale QUESTIONE MERIDIONALE e che può e deve essere affrontata in una schietta ottica socialista e federalista scevra da tentazioni è centraliste e nazionalistiche.

Peculiarità che, ovviamente, non deve sottrarci, dal partecipare, attivamente, all’azione politica volta a rilanciare, concretamente, l’impegno socialista per la Sicilia , per la Penisola e per l’Europa di questo nostro ventunesimo secolo, secondo i principi del migliore internazionalismo socialista.